"Riparatevi o fuggite". Soltanto novanta minuti prima è arrivato il messaggio, chiarissimo, da parte degli Stati Uniti, che così avvertivano la Russia - e i lealisti siriani - che uno sciame di missili Tomahawk stava per abbattersi sulla base aerea di al-Shayrat, in un raid che, il giorno dopo, appare chiaramente come un avvertimento da parte della Casa Bianca, un modo per mandare un messaggio più che il tentativo di agire concretamente e in armi contro Damasco.
Sono 59 i missili che si sono abbattuti sulla postazione dell'esercito di Bashar al-Assad, in quella che l'America ha inquadrato come una risposta all'attacco a Khan Shaykhun, in cui cento persone sono morte e per cui la Siria è accusata di avere utilizzata gas sarin, mentre gli alleati russi difendono Assad, sostenendo invece che nel mirino sia finito per errore un deposito chimico delle milizie islamiste che controllano la zona di Idlib.
Da al-Shayrat, secondo l'America, sarebbe partito il raid che ha colpito a Khan Shaykhun, come molti degli attacchi aerei che prendono di mira le zone ancora sotto il controllo dell'opposizione.
Nell'area si trovavano un centinaia di militari russi, sostengono informazioni in mano agli statunitensi riportate dal New York Times. Hanno avuto un'ora e mezza per allontanarsi, avvisati da quella stessa linea di comunicazione pensata per evitare scontri nei cieli siriani e che ieri Mosca ha interrotto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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