Coronavirus, 600 medici francesi denunciano il primo ministro

Il governo francese ha agito in ritardo sul Covid-19: questa, in estrema sintesi, è la tesi di seicento medici che hanno denunciato Philippe e Buzyn

Coronavirus, 600 medici francesi denunciano il primo ministro

Seicento medici transalpini hanno denunciato il primo ministro Edouard Philippe e l'ex ministro della Sanità Agnès Buzyn, che ora è candidata come sindaco di Parigi per En Marche! di Emmanuel Macron, sostenendo un quadro di questo tipo: entrambi i politici avrebbero alimentato una "menzogna di Stato" sul Covid-19.

L'accusa verte su una sorta di laissez-faire, che ha interessato pure l'ambito medico-sanitario. I professionisti pensano che entrambi gli esponenti dell'esecutivo d'Oltralpe avessero piena contezza di quanto stesse per succedere in Francia a causa del coronavirus, con la pandemia e tutto quello che ne consegue in termini di situazione emergenziale e straordinaria. Me le due persone denunciate - questa è la tesi dei medici - non avrebbero messo in campo le misure necessarie per tempo. Sia Philippe sia la Buzyn fanno parte della formazione politica nata con la candidatura di Macron alle ultime elezioni presidenziali.

L'ente che dovrà decidere sul caso corrisponde alla Corte di Giustizia della Repubblica. La Francia non è l'unica nazione europea ad aver tentennato in prossimità dell'esplosione di questa pandemia. Si pensi, per esempio, al caso del Regno Unito: Boris Johnson ha cambiato idea sul da farsi in poche ore. Il presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron, dopo il regolare svolgimento del primo turno delle elezioni municipali, ha parlato di una "guerra" contro un "nemico invisibile". Pure Parigi, insomma, sembra essersi allineata con l'atteggiamento italiano. E ora il secondo turno delle municipali, il ballottaggio, è stato rimandato a data da destinarsi. Ma Macron non fa parte dell'elenco delle persone che sono state querelate dai medici.

I denuncianti, comunque sia, hanno chiesto a Philippe e Buzyn il perché del ritardo relativo ad alcune contromisure standard. Una questione riguarda le mascherine, in primis, che i professionisti avrebbero voluto in produzione; un'altra, invece, è relativa ai tamponi o test, che dir si voglia, che i medici avrebbero voluto poter fare prima che il Covid-19 fosse così tangibile.

Entrambe queste rivendicazioni, che fanno parte della denuncia, sono state rimarcate da quanto ripercorso sull'Adnkronos, che ha dato notizia di questa azione legale intrapresa da collettivo C-19, così come si chiama il raggruppamento creato ad hoc per queste circostanze. Circostanze che andranno comunque corroborate o no sul piano giudiziario.

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