Covid-19, record di morti in Gran Bretagna: 32 mila deceduti

La Gran Bretagna supera l'Italia per numero dei decessi dovuti al Covid-19. Boris Johnson adesso segnala l'urgenza del vaccino

Covid-19, record di morti in Gran Bretagna: 32 mila deceduti

La Gran Bretagna ha stabilito un tristissimo record: con 32 mila persone decedute per via del Covid-19, il Regno Unito è la realtà europea più colpita in relazione alle persone che hanno esalato il loro ultimo respiro per via della pandemia.

Mentre le nazioni che appartengono al Vecchio Continente procedono lentamente verso un parziale allentamento delle misure prese dai vari esecutivi dall'inizio dell'emergenza, a Londra sono costretti a fare i conti con una classifica che non può non preoccupare. Anche il Belpaese, stabile in testa nella rilevazione sulle cifre dei morti per un lungo periodo di tempo, è stato scavalcato: adesso l'Italia non è il luogo europeo più interessato dal più alto tasso di mortalità europeo.

La disamina proviene dall'Ons, ossia dall'Ufficio nazionale di Statistica, così come riportato dall'Agi. Il periodo di tempo preso in considerazione dall'istituto, però, copre fino al 27 di aprile. Bisognerà approfondire l'incidenza del tasso di mortalità negli ultimi giorni del mese scorso ed in questa prima settimana di maggio. Per ora, però, è possibile registrare la presenza di questa casistica: quasi 30 mila persone risultano essere morte per il nuovo coronavirus tra l'Inghilterra ed il Galles.

Il resto dei decessi - quelli che mancano matematicamente per raggiungere i 32 mila finali - sono stati riscontrati in Irlanda del Nord ed in Scozia. Nulla a che spartire, quindi, con la situazione tedesca, che è molto differente. Vale la pena sottolineare il criterio utilizzato per la rilevazione: chi ha stabilito il numero dei morti, ha tenuto a mente soltanto quei casi in cui nel certificato di morte fosse presente la voce riferibile al patogeno che sta sconvolgendo l'intero mondo. E il problema delle case di cure, come riscontrato anche dalle nostre parti, sta interessando anche la Gran Bretagna.

Nel corso del pomeriggio di ieri, Boris Johnson, che ha subito in prima persona alcuni rischi derivanti dal contagio, ha rimarcato l'urgenza del vaccino. Per il premier inglese - come ripercorso dalla Lapresse - la sfida del vaccino non può in alcun modo costituire una gara. La fretta, più che altro, è dettata dalla tutela della Salute pubblica: "Per vincere questa battaglia dobbiamo lavorare assieme per costruire uno scudo inaccessibile attorno alla nostra cittadinanza, cosa che può essere raggiunta solo sviluppando e producendo massicciamente un vaccino", ha dichiarato il leader conservatore.

Oxford è una delle realtà che sta lavorando allo sviluppo di un vaccino che possa consentire alle persone di tornare alla normalità. Ma sembra che ci voglia ancora qualche mese per definire lo stato della ricerca. La finalità deve accomunare l'intero universo scientifico.

E Johnson ha insistito molto anche sulla bontà di una collaborazione che coinvolga le competenze a prescindere dalla nazione di appartenenza di chi sta studiando un modo definitivo per fuoriuscire dal quadro pandemico. Una battaglia per cui la Gran Bretagna è in prima linea sin dal principio di tutta questa storia.

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