Il Covid ferma la fabbrica degli iPhone. Viene bloccato Foxconn, il principale fornitore di Apple. A causa di una nuova ondata di Coronavirus in Cina, il centro tecnologico di Shenzen, confinato per i nuovi provvedimenti varati dal governo, che nei fatti per la prima volta hanno riguardato un’intera regione, ha dovuto sospendere le proprie attività. A comunicarlo è una nota dell’azienda, in cui si è detto solo che lo stabilimento resterà chiuso dal 14 marzo. Nessun riferimento rispetto alla durata della misura. Si vocifera, però, di uno stop di soli sette giorni.
Se il blocco, venisse prolungato, infatti, potrebbe esserci più di qualche persona sparsa per il pianeta che potrebbe non ritrovarsi a casa il cellulare ordinato, considerando che stiamo parlando dell’azienda più grande del pianeta per quanto riguarda gli assemblaggi, tenendo conto che circa un milione di operai vi ci lavorano. A rischio, inoltre, non sarebbero solo i rinomati prodotti della Apple, come i-Phone e i-Pad, ma anche i telefoni Samsung e soprattutto le consolle più utilizzate dagli adolescenti, come Playstation e Xbox, in quanto i loro pezzi vengono messi insieme in Cina.
D’altra parte, però, l’esecutivo di Xi Jinping sembra non essere disposto a fare passi indietro rispetto alla linea dura adottata fino a ora, né a fare eccezioni. Sessanta infezioni su 17 milioni di abitanti, quindi, rischiano di mandare in crisi l’intero mercato elettronico mondiale, già a messo a dura prova dalla carenza di neon. Tra i maggiori produttori di questo materiale c’è appunto l’Ucraina, impegnata nel conflitto bellico con la Russia.
Non è da escludere che il lockdown imposto a Shenzen, tra le metropoli più popolose della Cina, polo di eccellenza del settore tecnologico, possa riguardare anche altre multinazionali. Basti pensare che in questa realtà hanno sedi importanti sia Huawei e Tencent. Potrebbero, pertanto, esserci dei problemi non poco rilevanti, a causa della pandemia, per quei dispositivi fondamentali appunto per lavorare in sicurezza.
Nelle ultime ore, è scaturito un dibattito sui principali social network
tra chi è favorevole alle rigide decisioni di Pechino e chi invece non ritiene che sia la strada da perseguire, considerando che il virus ormai non ha nulla a che vedere con quello dei giorni in cui è iniziata la pandemia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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