Le criticità di un piano d'attacco contro la Corea del Nord

Il vantaggio militare degli Stati Uniti, non garantirebbe il successo della missione a causa delle lacune di intelligence sulla Corea del Nord

Le criticità di un piano d'attacco contro la Corea del Nord

La Corea del Nord ha eseguito il suo terzo test missilistico da quando il Presidente Donald Trump ha assunto il suo incarico alla Casa Bianca. Salito al potere nel 2011 dopo la morte del padre, Kim Jong Un ha ridato nuova linfa ai programmi missilistici e nucleari del paese. Nel 2016, Pyongyang ha effettuato due test nucleari e lanciato più di trenta missili sperimentali. Nonostante le risoluzioni delle Nazioni Unite, la Corea del Nord continua a sviluppare il processo di standardizzazione delle testate nucleari da imbarcare sui missili strategici. Il Nord ha condotto test nucleari nel 2006, 2009 e nel 2013. Il quarto test nucleare si è svolto lo scorso anno, due giorni prima il compleanno di Kim. Il quinto test è avvenuto a margine delle manifestazioni per il 68° anniversario della fondazione della Repubblica Popolare Democratica di Corea e pochi giorni dopo il vertice economico del G-20 in Cina.

Le opzioni sulla Corea del Nord

Donald Trump dovrà adesso decidere l’opzione migliore per contrastare o sabotare il programma missilistico della Corea del Nord. La Casa Bianca potrebbe ordinare una guerra informatica ed elettronica totale, ma senza alcun tipo di garanzia. Gli attacchi informatici (come quelli della tecnologia left of launch) sono efficaci se indirizzati contro obiettivi identificati. A differenza di quanto avvenuto con il worm Stuxnet in Iran (simmetricamente ideale), gli obiettivi della Corea del Nord sono molteplici e schierati su lanciatori mobili. In un approccio dove il tempismo è fondamentale, gli hacker del Pentagono dovrebbero disabilitare in remoto i sistemi missilistici, provocando il fallimento del test. Tuttavia, in un contesto operativo, anche se tutti gli attacchi informatici riuscissero a disabilitare i missili schierati in posizione di lancio, sarebbe impossibile hackerare i sistemi nascosti nei bunker sotterranei del paese. Ecco perché la Corea continua a sviluppare un Icbm mobile che, potenzialmente, sarebbe in grado di minacciare gli obiettivi in ​​tutto il mondo. La pista diplomatica potrebbe congelare momentaneamente la questione nucleare e missilistica, ma il problema non si risolverebbe. Si potrebbero ancora di più acuire le sanzioni internazionali facendo leva sulla Cina che, tuttavia, teme una crisi umanitaria a ridosso dei suoi confini qualora cadesse il regime. L’opzione militare sarebbe quella più pericolosa, considerando che le forze missilistiche della Corea del Nord sono altamente mobili. Un massiccio attacco preventivo colpirebbe molti siti di lancio, ma non escluderebbe un attacco di rappresaglia contro la Corea del Sud. La possibilità di reintrodurre armi nucleari tattiche in Corea del Sud, ritirate più di 25 anni fa, sarebbe altamente provocatoria.

Attaccare la Corea del Nord: i piani di attacco

Nessun paese può eguagliare gli Stati Uniti nella proiezione di potenza. Se Washington decidesse di effettuare un attacco militare contro la Corea del Nord, anche se limitato, l'impatto sarebbe devastante per Pyongyang. Tuttavia, quando si considera l'azione militare, è importante riconoscere le variabili e le lacune di intelligence che complicano inevitabilmente il processo decisionale politico e militare. Il vantaggio degli Stati Uniti nella formazione, coordinamento e nelle attrezzature, non garantirebbe il successo della missione a causa delle lacune di intelligence.

Tralasciando volutamente l’opzione nucleare, consideriamo uno scenario in cui gli Stati Uniti decidessero di attaccare la Corea del Nord con le piattaforme di quinta generazione. Tale strategia di attacco è strutturata sulle dottrine principali di riferimento dell’Air Force.

In caso di attacco preventivo, gli Stati Uniti utilizzerebbero i principali asset a bassa osservabilità ed i missili da crociera lanciati dai sottomarini e dalla unità di superficie. Secondo l’ultima analisi di Stratfor, la Corea del Nord possiede una stratificata rete di difesa, ma è ritenuta obsoleta ed in gran parte incapace di difendersi in modo adeguato. Anche la rete di rilevamento di Pyongyang non sarebbe ritenuta in grado di identificare i bombardieri B-2 ed i caccia F-22. La forza stimata per un attacco preventivo contro Pyongyang sarebbe di dieci bombardieri strategici B-2 e 24 F-22 che decollerebbero dagli aeroporti in Giappone e Corea del Sud. Sebbene il Raptor possa trasportare due JDAM GBU-32 da 450 chili, la fase iniziale dell’attacco richiederà una potenza maggiore affidata alle GBU-31 e GBU-57 trasportate dai B-2 Spirit. La capacità Tomahawk degli Stati Uniti non ha termini di paragone. I BGM-109 verrebbero lanciati a ondate da diverse piattaforme, compresi almeno due sottomarini classe Ohio riconvertiti in ruolo SSGN. Se combinassimo le capacità Tomahawk di due sottomarini classe Ohio alle cacciatorpediniere della Settima Flotta, il numero supererebbe i 600 missili da crociera.

L’attacco

La prima ondata spetterebbe ai bombardieri strategici B-2. Una forza stimata di dieci GBU-57 ed ottanta GBU-31, dovrebbe essere in grado di danneggiare gravemente tutte le infrastrutture connesse con il programma nucleare della Corea del Nord, così come tutte le armi stoccate nei siti corazzati e le principali strutture comando dell’esercito. L'efficacia della prima ondata B-2, innescherebbe la forza F-22, nel duplice ruolo di superiorità aerea e piattaforma di scoperta oltre il raggio visivo. Non meno di 500 missili Tomahawk colpirebbero la triade difensiva della Corea del Nord e le basi dei bombardieri H-5 di Uiju e Changjin-up.

Tuttavia, sarebbe impossibile riuscire a distruggere gli oltre 200 lanciatori sparsi per tutto il paese. Un attacco preventivo convenzionale contro la Corea del Nord ridurrebbe certamente le capacità militare del paese, ma non escluderebbe la ritorsione. Gli Stati Uniti ignorano l’esatta ubicazione degli oltre duecento lanciatori, molti dei quali nascosti in bunker corazzati a profondità ignote. Il Pentagono, infine, non ha contezza della reale ramificazione del programma nucleare della Corea del Nord. Predire il successo di un attacco degli Stati Uniti, nonostante le forze in campo, resta difficile e dipenderà dal grado di affidabilità e certezza delle informazioni d’intelligence. La distruzione delle infrastrutture nucleari della Corea del Nord, potrebbe non essere sufficiente per annullare la ritorsione. Pertanto, anche se gli Stati Uniti possono essere ragionevolmente certi di arrestare un duro colpo all'infrastruttura nucleare nella prima ondata, sarebbe necessario un grado di cognizione assoluta per annullare ogni tipo di ritorsione. Realisticamente, non considerando l'opzione nucleare o l'invasione terrestre, gli Stati Uniti non potranno azzerare la rappresaglia della Corea del Nord.

La rappresaglia della Corea del Nord

L’equipaggiamento militare di Pyongyang è ritenuto obsoleto, ma ciò non gli impedirebbe di scatenare su Seoul uno sbarramento di artiglieria devastante. Se scoppiasse un conflitto, né l'esercito degli Stati Uniti, né le forze della Corea del Sud potrebbero sperare di azzerare tale minaccia. Lo strumento più potente della Corea del Nord è l’artiglieria, solo in parte schierata al confine con la Corea del Sud. Tuttavia, l’artiglieria di Pyongyang è afflitta da un alto tasso di malfunzionamenti dovuto alle munizioni indigene ed allo scarso addestramento delle unità. Secondo Stratfor, il 25 per cento delle munizioni d’artiglieria della Corea del Nord non esplode sul bersaglio. Dubbi anche sulla cadenza di fuoco e sulla precisione dei sistemi. Il rateo di fuoco sostenuto è fondamentale per i sistemi di artiglieria: maggior numero di colpi sul bersaglio nel più breve tempo possibile prima di essere identificati e distrutti.

Diverso il punto sui moderni sistemi a lungo raggio, come il lanciarazzi multiplo da 300 mm con una presunta gittata di 125 miglia. Se così fosse, la Corea del Nord potrebbe colpire Seul che si trova soltanto a 35 miglia dalla zona smilitarizzata con un fuoco di sbarramento pesante. Tatticamente parlando, un MLRS è più pratico ed economico rispetto ad un missile. L’aspetto nucleare della testata del missile, potrebbe essere tranquillamente sostituto da granate d’artiglieria combinate con armi chimiche. Secondo la Nuclear Threat Initiative, la riserva della Nord oscilla tra le 2500 e le 5000 tonnellate di agenti chimici. Il Paese sarebbe in grado di produrre agenti nervini come il Sarin ed il VX. Questi ultimi sono ritenuti al centro della produzione di armi chimiche del Paese. Se Pyongyang utilizzasse proprio tali asset e li esponesse al rilevamento ed al fuoco di contro-batteria, sarebbero certamente utilizzati nel targeting indiscriminato della capitale e dei suoi sobborghi.

I missili della Corea del Nord

Sarebbero oltre mille i missili balistici nell’arsenale della Corea del Nord, compresi gli Scud e le versioni indigene a lungo raggio Nodong e Taepodong, potenzialmente in grado di colpire qualsiasi parte della Corea del Sud. I missili balistici fornirebbero una significativa potenza di fuoco supplementare diretta contro Seul e le postazioni militari statunitensi al di là della penisola coreana, come ad esempio in Giappone.

Pyongyang potrebbe certamente imbarcare testate a diverso rendimento fino a ad un Kt con esplosivo ad alto potenziale e non convenzionali. I missili, a causa della carenze nei sistemi di guida, verrebbero certamente indirizzati contro i centri urbani come atto di ritorsione. Diverso, infine, il ricorso ad un potenziale attacco con testate nucleari. Le agenzie di intelligence degli Stati Uniti riferiscono diverse stime. Probabilmente due, forse cinque già imbarcate sui Nodong.

Tuttavia, un singolo attacco nucleare contro un centro urbano della Corea del Sud si tradurrebbe in un disastro catastrofico ed attiverebbe, irrimediabilmente, la linea leggera e pesante Ohio degli Stati Uniti, sempre in posizione di lancio. La ritorsione non convenzionale della Corea del Nord, innescherebbe un contesto da giorno del giudizio con conseguenze inimmaginabili.

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