L’esecutivo della Danimarca ha ultimamente annunciato la linea dura contro i quartieri caratterizzati da un’alta percentuale di immigrati.
Il governo di Copenaghen, guidato dal premier conservatore Lars Løkke Rasmussen, ha infatti classificato come “ghetti” 30 sobborghi abitati in maggioranza da stranieri di religione musulmana. Secondo le autorità, tali aree urbane sarebbero contraddistinte da tassi“record” di criminalità e di disagio sociale, nonché da un progressivo radicamento dell’ideologia jihadista. La normativa elaborata dall’esecutivo servirebbe quindi, a detta di Rasmussen, a “ripulire” i quartieri degradati da qualsiasi pratica considerata deviante dal governo.
Nella bozza presentata dal primo ministro al parlamento danese vi è, in primo luogo, la previsione di corsi obbligatori sui“valori danesi”, da impartire ai bambini immigrati che nasceranno nei “ghetti”. A partire da appena un anno di età, i minori residenti nei sobborghi a rischio dovranno trascorrere almeno 25 ore a settimana seguendo lezioni sulla lingua, sulla cultura e sulle tradizioni del Paese nordico.
In base ai disegni di legge redatti dal governo conservatore, inoltre, i residenti nei 30 quartieri censiti dalle autorità andranno incontro, se condannati in un processo per qualsiasi reato, ad aggravi di pena automatici.
Infine, la stretta del premier Rasmussen contro i “ghetti” a maggioranza islamica si tradurrà anche in “sgomberi a tappetto”, al fine di ridurre il carattere “multietnico” dei sobborghi in questione. Gli appartamenti liberati dalle famiglie immigrate verranno quindi assegnati a giovani coppie danesi.
Nell’elenco delle aree urbane a rischio stilato dall’esecutivo, il primo posto è occupato da Mjolnerparken, nel distretto di Norrebro, a nord-ovest del centro di Copenaghen. Il sobborgo figurante in cima alla lista predisposta dalle autorità sarebbe infatti la porzione di territorio danese maggiormente abitata da stranieri. Di conseguenza, gli sgomberi annunciati dal primo ministro della Danimarca partiranno proprio dal “ghetto” di Mjolnerparken, soprannominato finora dai media locali “piccola Damasco”.
La linea dura di Rasmussen contro i quartieri multietnici è stata immediatamente condannata dalle associazioni per i diritti dei migranti. Ad esempio, Muhammad Aslam, immigrato del Pakistan nonché portavoce del comitato dei residenti di Mjolnerparken, ha bollato i provvedimenti anti-ghetti propugnati dalle autorità come “espressione di stereotipi nazisti” e ha poi accusato il governo di Copenaghen di volere attuare ai danni degli stranieri stanziati nel Paese una vera e propria “persecuzione”, analoga a quella"perpetrata dalle truppe hitleriane contro gli ebrei".
A sostegno degli interventi annunciati dal premier si è invece subito schierato il Danish People’s Party, forza politica nazionalista che attualmente, pur non facendo parte della coalizione di governo, sostiene la linea del rigore sposata da Rasmussen. Anders Vistisen, candidato di tale partito all’europarlamento, ha evidenziato con queste parole l’utilità della strategia anti-ghetti elaborata dall’esecutivo danese: “In Danimarca, la quasi totalità dei reati registrati annualmente è imputabile a stranieri e questi ultimi, inoltre, rappresentano la maggior parte della popolazione disoccupata.
Gli immigrati, in aggiunta, stanno sempre più facendo concorrenza ai Danesi nell’accesso alle prestazioni sanitarie e nelle procedure di assegnazione degli alloggi popolari. Di conseguenza, misure drastiche in ambito migratorio sono assolutamente urgenti nel nostro Paese.”
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