Duecentotrenta ergastoli per le violenze di piazza Tahrir verificatesi alla fine del 2011. Le ha inflitte la Corte d’assise del Cairo. Fra i condannati c’è anche un noto attivista liberale, Ahmed Douma, figura di spicco della rivoluzione che portò alla caduta di Hosni Mubarak. Fin da subito Douma prese posizione contro la giunta militare che prese il potere dopo la destituzione del presidente.
Le condanne sono state inflitte per detenzione di armi bianche, e molotov, attacco a militari e poliziotti, incendio di un edificio e assalto a sedi governative tra cui il Consiglio dei ministri e l’assemblea del popolo.
Nello stesso processo 39 minori sono stati condannati a dieci anni di carcere. Bisogna ricordare, come ricorda il sito del giornale Al-Ahram, che per il codice penale egiziano l'ergastolo equivale a 25 anni effettivi di reclusione.
I fatti per cui sono scattate le condanne risalgono, in particolare, al 16 dicembre del 2011, quando decine di dimostranti si radunarono di fronte alla sede dell’esecutivo, nella capitale egiziana, non lontano da piazza Tahrir, per protestare contro Mubarak e la nomina a premier di Kamal al Ganzori.
Le proteste sfociarono in una serie di scontri con le forze di sicurezza, nel quale rimasero uccisi quattro manifestanti. Gli imputati erano accusati anche di aver partecipato all’assalto di una biblioteca e alla distruzione di centinaia di manoscritti e libri rari.
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