In Egitto prosegue la "resa dei conti". La corte di Cassazione ha annullato tutti i verdetti di assoluzione dell’ex-presidente Hosni Muburak (87 anni), dei figli e di alcuni suoi collaboratori di partito, fissando l’apertura di un nuovo processo fissato al 5 novembre prossimo. Mubarak, dunque, dovrà di nuovo rispondere dell'accusa di aver causato la morte di centinaia manifestanti avvenuta durante le proteste del gennaio 2011.
Nei 18 giorni di dura rivolta del 2011, che si conclusero con le dimissioni di Mubarak, persero la vita in tutto circa 900 manifestanti. Il processo, tuttavia, riguardava soltanto l'uccisione di 239 dimostranti. Prima condannato all'argastolo, fu poi assolto nel novembre 2014: il giudice che presiedeva il processo, Mahmoud al-Rashidi, chiarì che la caduta delle accuse di omicidio non assolveva Mubarak dalla corruzione e dalla debolezza dell'ultimo periodo dei suoi 29 anni al potere. Al-Rashidi dichiarò inoltre che gli obiettivi della rivolta del 2011 erano legittimi.
Mubarak si era dimesso nel febbraio di quattro anni fa, cedendo il potere all'esercito, dopo essere stato alla guida dell’Egitto per 30 anni. Attualmente è ricoverato in un ospedale militare del Cairo.
Saranno "definitivi, assoluti e senza appello" i verdetti dei processi che inizieranno a novembre: lo riferiscono media egiziani, tra cui la tv di Stato. I processi saranno celebrati direttamente in Cassazione.
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