Liste di proscrizione contro i cristiani, ancora una volta. Succede oggi in Egitto, così come era stato in Siria e in Iraq nel 2014, davanti all'avanzata inesorabile dello Stato Islamico.
Ed è sempre l'Isis a mettere nel mirino i fedeli di Cristo nella penisola egiziana del Sinai, dove da tempo il Califfato sembra continuare, un po' alla volta, a guadagnare terreno.
Il sito di monitoraggio sulle persecuzioni anti-cristiane World Watch Monitor raccoglie infatti la drammatica testimonianza di una donna copta, Nabila Fawzi Hanna, costretta a fuggire dal nord del Sinai di fronte alle bandiere nere. I jihadisti hanno ucciso suo marito e suo figlio davanti ai suoi occhi, spuntando poi una lista in cui sarebbero stati segnati tutti i cristiani da eliminare.
"Hanno sparato a mio figlio che aveva aperto la porta, poi hanno ucciso mio marito nonostante fosse anziano e malato: infine hanno cancellato il suo nome da una lista - racconta - Quindi hanno dato fuoco alla casa, dopo aver rubato quanto c'era di valore. Nessuno ci ha aiutati, né i vicini né le forze di sicurezza. Sono rimasti 45 minuti in tutto: dov'era la polizia?"
Ad El-Arish, la maggiore città del Sinai, già sette cristiani sono stati uccisi e molti di più sono stati costretti ad abbandonare le proprie case in tutta la regione.
Secondo il Monitor il 70% delle 160 famiglie di cristiani copti che vivono ad El-Arish hanno dovuto lasciare la città.Circa un mese e mezzo fa, altri due cristiani erano stati uccisi nella stessa città: nella strage compiuta dalle bandiere nere uno era stato addirittura bruciato vivo.
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