Fa scalpore, ma neppure troppo, la proposta di un parlamentare di sottoporre a test di verginità le studentesse universitarie in Egitto, prima dell'iscrizione. Stupisce solo fino a un certo punto, perché Elhamy Agina non è nuovo a "sparate" di questo tipo.
Se all'inizio di settembre il politico aveva incoraggiato le donne del suo Paese a sottoporsi a mutilazioni genitali, per "ridurre i desideri sessuali" e venire incontro a uomini "sessualmente deboli", oggi Agina è tornato a fare notizia per parole altrettanto inaccettabili.
"Dobbiamo controllare che ogni ragazza che entri in università sia una 'Signorina'", ha dichiarato il parlamentare, con un termine che - spiega Egyptian Streets - viene utilizzato per parlare delle donne ancora vergini senza utilizzare la parola specifica.
A sentire Agina, il test di verginità servirebbe a contrastare una pratica nota come "urfi", con cui ci si riferisce a matrimoni contratti senza l'approvazione dei guardiani della futura sposa, alla presenza di due soli testimoni.
Una copertura per il sesso pre-matrimoniale, secondo i clerici più conservatori. Un modo perché anche chi non ha possibilità economiche possa sposarsi senza dilapidare un patrimonio, rispondono altri in Egitto. Ad ogni modo una questione che dovrebbe riguardare più la vita dei due sposi che non la politica parlamentare.
"Abbiamo un membro del parlamento ossessionato
dal sesso", ha scritto su twitter il giornalista dissidente Khaled Dawoud. E non è da meno il commento - riportato dalla France Press, di un altro dissidente, Jamal Eid: "Ve l'avevo detto, il peggio deve ancora arrivare".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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