Nel Donbass, regione costituita dalle repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk, in Ucraina orientale, si sono tenute la scorsa domenica le elezioni politiche. Secondo quanto riportato da TASS, si è registrata un’affluenza record rispettivamente dell'80% e del 77% dei votanti.
Le due repubbliche si sono dichiarate indipendenti nel 2014 in seguito alla rivoluzione ucraina e più volte hanno manifestato la volontà di avviare un processo che le porti a diventare parte integrante della Federazione russa. Kiev ovviamente non ha mai riconosciuto le loro mire autonomistiche.
In seguito alle votazioni a Donetsk è risultato eletto il leader filorusso Denis Pušilin. “Siamo uno stato con cui il mondo intero dovrà fare i conti. Nessuno può ignorare la volontà del popolo. Abbiamo dimostrato di non sapere soltanto combattere, ma anche costruire uno stato secondo i principî della democrazia”, ha dichiarato il giorno stesso delle elezioni, ribadendo inoltre l’intenzione di dare seguito al processo di integrazione con la Russia.
Nella repubblica di Lugansk ha vinto Leonid Pasečnik.
L’esecutivo di Kiev non ha ovviamente visto di buon occhio le elezioni, reagendo con irritazione. Il presidente Poroshenko, che si trovava a Parigi, ha dichiarato di aver discusso apertamente delle elezioni nel Donbass con Macron e la Merkel, assicurando che da parte di tutti è arrivata “una dura presa di posizione contro tali elezioni”. Una condanna che è stata espressa anche dagli Usa e dall'Ue.
Ignorando le questioni geopolitiche, gli abitanti delle due repubbliche separatiste hanno dichiarato ai microfoni dei giornalisti russi di aver votato unicamente per un futuro di pace.
“Ho partecipato al voto per i miei figli perché tutto possa andare per il meglio. Se domani avessimo un governo regolare, potremmo vivere in modo normale”, ha raccontato Olga, una giovane madre.
“Io ho votato affinché nel Donbass termini la guerra e ritorni presto la pace. Siamo tutti stanchi degli spari”, ha detto uno dei tanti soldati che hanno partecipato al voto.
Le elezioni si sono svolte sotto la supervisione degli osservatori
internazionali provenienti da oltre venti paesi. Essi hanno controllato che non ci fossero irregolarità nel voto. I risultati non sono comunque stati riconosciuti dalla comunità internazionale e Kiev ha gridato ai brogli.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.