Il voto postale, che quest'anno per via della pandemia è una percentuale importante di quello totale, potrebbe essere decisivo per sancire chi vincerà le elezioni presidenziali americane. Donald Trump e Joe Biden sono appesi ad un filo. Con ogni probabilità, conosceremo il nome del vincitore nel corso dei prossimi giorni, e non durante le prossime ore. Una novità assoluta, se si lascia da parte il caso della prima vittoria di George W.Bush, per cui è servito il celebre crionteggio in Florida. Un dato: i voti postali sono 50 milioni. E la battaglia verrà giocata voto a voto. Perché negli Swing States, gli Stati in bilico, dove il vantaggio di Trump per ora sembra essere abbastanza consistente, Biden deve far sì che il vento cambi. Altrimenti la partita sarebbe da considerarsi chiusa.
Joe Biden deve sperare nella Pennsylvania, dove il conteggio per ora è fermo al 66% del totale, ma non solo. Il candidato dei Dem dovrebbe poter sperare pure in un altro fattore, che potrebbe essere rappresentato dalla Georgia o dal Michigan: altri due Stati dove il presidente in carica, stando ai parziali, si trova attualmente in vantaggio. Ma un ribaltamento della situazione non può essere escluso a prescindere. Anche perché si parte dal presupposto che, per tradizione, siano gli elettori democratici a votare in misura maggiore tramite posta. Per questo, forse, Biden è apparso speranzoso nel suo discorso dopo la prima fase elettorale, che si è di fatto conclusa come i sondaggisti non avevano immaginato, cioè con un'affermazione di Trump che può essere definita come superiore alle aspettative.
Gli annunci fatti da Trump via Twitter, che ne ha cancellato almeno uno, sono abbastanza chiari: Trump fa fatica a riconoscere come legittimo il voto postale. E questo è un elemento noto da qualche mese, cioè da quando si è iniziato a ragionare dei problemi che sarebbero dovuti sorgere. Di voto postale si parlerà un po' in tutti gli Stati in bilico: da quelli citati alla Arizona, passando per il Texas, il North Carolina, il Maine, il Nebraska, il Nevada, il Wisconsin, l'Ohio e così via. Ognuno di questi Stati deve ancora essere assegnato. E le certezze in campo, almeno per ora, sono davvero poche. La narrativa di Trump potrebbe essere sempre uguale a se stessa. E un rifiuto dei risultati del voto postale potrebbe alimentare le tensioni che già sono presenti all'interno dei confini americani. Non è neppure lecito, però, dare per scontato che il voto postale stia per premiare Biden: anche i repubblicani potrebbero aver scelto quella opzione, in specie per via della pandemia.
Tutto lascia supporre che il futuro preveda per i due candidati una battaglia legale. Quello che è accaduto in Florida nel 2000, insomma, potrebbe divenire il secondo caso di confusione elettorale per durata ed intensità. Anche in questa circostanza, del resto, è possibile che la bagarre duri per mesi. Alcuni voti postali - questo va detto per completezza d'informazione - sono già stati scrutinati. Ora si tratta di completare il quadro, ma le percentuali di voti che mancano in alcuni Stati sono davvero rilevanti. E il distacco dei candidati non consente di emettere sentenze su chi ha vinto le elezioni presidenziali del 2020. Donald Trump, nel frattempo, già parla di vittoria a mezzo social.
Biden ha la sostanziale speranza di ribaltare la partita, vincendo mediante il voto postale in qualche Stato della Rust Belt, ma anche in Pennsylvania e in Georgia. Ovvio che se ciò accadesse, i numeri attuali perderebbero di senso. E Trump dovrebbe incassare una sonora sconfitta. Come premesso, però, trarre conclusioni può costituire un esercizio inutile.
Già per via della pandemia queste elezioni potevano essere registrate come un appuntamento dalla caratura straordinaria, ma le cose si stanno complicando ancora di più. E la polarizzazione americana, in funzione di questo principio di caos, potrebbe persino uscire rafforzata da questa notte.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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