Venti di guerra soffiano sull'Africa e soprattutto su quella regione che interessa l'Etiopia e il Sud Sudan. Venerdì scorso uomini armati di etnia murle, provenienti dal Sud Sudan e, a quanto pare, con la compiacenza del governo di Juba, sono entrati nella regione etiope della Gambella e hanno assaltato 13 villaggi abitati da famiglie di etnia nuer. Il bilancio dell'incursione è stato di oltre 208 persone uccise, 100 rapiti tra donne e bambini e 2000 capi di bestiame razziati.
Immediata è stata la reazione di Addis Abeba che, stando a quanto riportato dia media locali, avrebbe subito fatto alzare in volo gli elicotteri da guerra, e grazie al loro impiego i rapiti e i rapitori sarebbero stati individuati. Quello che si attende è la prossima mossa dell'Etiopia e, sempre in base a quello che hanno riportato giornali e media locali, ad Addis Abeba starebbero studiando un modo d'intervento per non coinvolgere civili nell'operazione e liberare tutte le persone sequestrate.
Dall'altra parte del confine invece le responsabilità sono tutte rivolte ai murle e il paese che da due anni e mezo è sconvolto da un conflitto etnico e civile ora deve affrontare anche la reazione etiope e di questo ne sono consapevoli amministratori politici e militari sud sudanesi che già stanno accusandosi reciprocamente sulle responsabilità dell'attacco.
David Yau Yau ex governatore della regione di Boma, quella dove risiedono i murle, ha accusato l'attuale governatore Baba Medan di aver armato i suoi uomini per andare a compiere una rappresaglia
etnica al di là del confine, quest'ultimo ha rimandato le accuse al mittente. Certo è che il governo etiope non vuole lasciare impunita la strage di innocenti che i miliziani del Sud Sudan hanno compiuto sul suo territorio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.