Non aveva ancora smesso il lutto, non ha avuto manco il tempo di dire addio al figlio che a Christine Watkinson, 61 anni, è arrivata la comunicazione ufficiale della finanziaria che le chiedeva di rientrare il prima possibile dal prestito che era stato concesso all’uomo. La signora e la figlia, ora hanno denunciato la “totale mancanza di compassione” ed il suo caso, ripreso dal Sun, adesso spacca la Gran Bretagna.
Tutto è iniziato venerdì scorso quando Sean Ferguson, giovane dentista di Manchester affetto da una gravissima forma di un morbo neurodegenerativo, decide di togliersi la vita, sopraffatto dalla depressione. La famiglia, distrutta dal dolore, viene a conoscenza della scelta dell’uomo. Affronta il triste rito dei funerali e si affaccia al lungo percorso, straziante, del lutto. Qualcosa, però, va storto. Nel fine settimana arriva una telefonata alla madre del giovane: deve pagare, in qualità di garante, duecento sterline per la rata del prestito acceso dal figlio.
Dalla compagnia di prestiti chiedono il pagamento immediato. La madre, esausta e distrutta dal lutto, ha solo la forza di dire: “Non mi importa, mandatemi pure in prigione, tutto ciò non mi restituirà mio figlio”. La figlia Faye si sostituisce a lei nelle comunicazioni con la finanziaria. La ragazza chiede tempo e tenta di spiegare cosa sia accaduto alla sua famiglia. Ma dall’altra parte non sentono ragioni: “Quando abbiamo parlato con loro – ha detto al Sun – sembrava quasi stessero leggendo un messaggio preconfezionato, come se il nostro fosse un caso come un altro. Ci hanno detto, semplicemente, che se non avessimo pagato avrebbero attivato immediatamente un ricorso giudiziario. Tutto ciò è orribile”.
La
compagnia, in una nota, s'è difesa: "Facciamo le nostre condoglianze alla famiglia. Non sapevamo del loro lutto e la comunicazione con l'operatore non è stata chiara, e la signora ha tutta la nostra comprensione. Ce ne scusiamo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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