Il presidente delle Filippine Rodrigo Duterte ha promesso la ricompensa di 25mila peso - circa 500 dollari - a chiunque uccida un guerrigliero comunista del New People’s Army (NPA). “É più conveniente per lo Stato offrire questi soldi che finanziare una guerra contro l'organizzazione comunista”, ha spiegato.
Duterte è tornato al centro delle polemiche la settimana scorsa, dopo che durante un incontro con ex guerriglieri, ha ordinato ai suoi soldati di sparare alle ribelli nella vagina. “Ditelo ai soldati. Dite che c’è un nuovo ordine… Non vi uccideremo. Ci limiteremo a sparare alla vostra vagina”, ha detto il presidente filippino, incoraggiando l’esercito a prendere di mira le donne che appoggiano la guerriglia comunista. “Se non c’è la vagina, allora non c’è nessun profitto”, ha aggiunto. Il discorso di Duterte è stato poi censurato dalle stesse autorità, tanto che nella trascrizione delle sue parole al posto del termine “vagina” compare un semplice trattino. Ma nella registrazione si sente molto bene, così come si sentono le risate dei soldati presenti.
Il conflitto tra le forze governative e i ribelli comunisti si è riacceso il 23 novembre scorso, quando Duterte ha ufficialmente cancellato i negoziati di pace con il Communist Party of the Philippines (CPP) e, soprattutto, con il suo braccio armato, il New People’s Army (NPA), considerato dal governo un gruppo terroristico.
La trattativa intrapresa all'inizio del mandato da Rodrigo Duterte, che mirava alla fine dell’insorgenza comunista più lunga dell’Asia, era stata descritta come uno dei successi politici del “Trump filippino”. Ma nell’ultimo periodo i ribelli hanno intensificato gli attacchi, facendo leva anche sul fatto che i militari erano impegnati a Marawi, dove le forze armate hanno combattuto per quasi cinque mesi contro i miliziani locali legati allo Stato Islamico per riprendere il controllo della città.
Il New People’s Army - considerato anche dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea un’organizzazione terroristica - è stato fondato da Bernabe Buscayno - più conosciuto con il suo nome da battaglia Commander Dante - nel marzo del 1969 e controlla diverse parti del territorio, soprattutto le zone rurali
del Paese.Le dichiarazioni di Duterte potrebbero far iniziare una nuova ondata di violenze, in particolare nel sud delle Filippine, terra già martoriata da anni di guerriglia musulmana in lotta per l’autonomia da Manila.
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