René Robert, noto fotografo svizzero, muore nel centro di Parigi per ipotermia. Causa del decesso sarebbero state le temperature glaciali della notte tra il 18 e il 19 gennaio. L’artista, dopo un banale colpo di vertigini, sarebbe rimasto per nove ore ai piedi di un marciapiede senza ricevere alcun soccorso.
L’allarme sarebbe stato solo da un clochard quando ormai era le condizioni di salute dell’anziano erano irrecuperabili. Fino a quel momento, pur essendo sdraiato in fin di vita, in uno dei luoghi più frequentati della capitale francese, ovvero in Rue de Turbigo, tra Place de la Republique e Les Halles, l’85enne non avrebbe ricevuto alcun tipo di assistenza da parte dei numerosi passanti, che ignari avrebbero continuato le loro faccende senza badare a quanto stava accadendo ai loro piedi.
“Ucciso dall’indifferenza”. Non utilizza giri di parole Michel Mompontet, amico di vecchia data del fotografo. Il giornalista del servizio pubblico transalpino, comunque, non se la sente di dare lezioni di moralità. “Non sono sicuro al cento per cento – dichiara in un editoriale sul canale France Info - che mi sarei fermato se mi fossi trovato di fronte a quella scena”. L’Olivar Association, associazione che da anni si occupa dei senzatetto, infatti, conferma come la terribile storia di Robert non sia altro che “l’esperienza crudele e quotidiana di coloro che vivono e muoiono per strada”.
Il fenomeno in Francia, infatti, è sempre più diffuso, soprattutto nella capitale dove sono in aumento i cosiddetti nuovi poveri.
Pur trattandosi dell’ideatore delle immagini in bianco e nero che per anni hanno esaltato l’arte del flamenco, non esiste alcuna differenza lungo la Senna, dove una società sempre più moderna, ma allo stesso tempo meno sensibile verso chi è più debole, sembra non badare neanche un anziano, che per un accidente si trova a terra a morire di freddo.
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