Utilizzare i social network per individuare gli evasori fiscali. In Francia il Consiglio costituzionale ha dato il suo assenso a una legge che offre al Fisco la possibilità di attingere a piene mani ai contenuti postati dai contribuenti sui vari Facebook, Twitter, Instagram e pure sul sito di ecommerce Leboncoin.
L'obiettivo della nuova normativa è semplice: stanare i furbetti. In che modo? Scandagliando i profili virtuali dei francesi e passando in rassegna foto, video e contenuti che potrebbero smascherare gli illeciti. Facciamo un esempio pratico: una persona dichiara al Fisco un reddito modesto. Se dai controlli sui suoi profili social emergerà che quel soggetto vive all'insegna del lusso ed esibisce una ricchezza tenuta nascosta alle autorità, allora scatterà un campanello d'allarme e saranno fatti i dovuti accertamenti.
Come sottolinea il quotidiano La Stampa, la nuova norma francese contenuta nella Finanziaria 2020 ha scatenato le polemiche dei difensori della privacy. Dopo un braccio di ferro durato mesi, il Consiglio costituzionale ha approvato la novità proposta dal governo. Con una sola eccezione: gli ispettori del Fisco non potranno basarsi sui dati ricavati dai social network solo nei casi di cittadini che abbiano commesso un errore nella dichiarazione dei redditi o che ritardino nel presentarla, pur dopo aver ricevuto un sollecito.
Per tutti gli altri non ci saranno eccezioni. In questo modo sarebbe stato scongiurato il rischio della violazione della privacy, come ha spiegato lo stesso Consiglio in un comunicato: “Il legislatore ha abbinato alla norma una serie di garanzie per conciliare il diritto al rispetto della privacy e l'obiettivo dal valore costituzionale di lotta contro la frode e l'evasione fiscale”.
Come funziona la nuova norma
Ma in definitiva quand'è che l'amministrazione delle imposte potrà "aprire il rubinetto" dei social network per scovare eventuali evasori? Il quadro è stato definito dopo un lungo dibattito parlamentare. Lo strumento potrà essere utilizzato per le infrazioni gravi, come ad esempio le attività occulte, i traffici illeciti e una domiciliazione fiscale fittizia. I social saranno usati anche da alcuni algoritmi predisposti dal Fisco per effettuare una rapida ricerca delle frodi.
Nonostante le riserve sollevate dalla Commissione dell'informativa e delle libertà (Cnil), alla fine la norma ha ricevuto il via libera e sarà applicata a livello sperimentale per tre anni.
Il ministro francese del Bilancio, Gérald Darmanin, è stato chiaro: l'obiettivo della Francia è accrescere il ricorso all'intelligenza artificiale da parte del Fisco, passando dal 13,85% degli interventi nel 2018 al 35% dell'anno che verrà.Il software per setacciare i social network a caccia di furbetti è pronto e scalda i motori in attesa di entrare in azione.
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