La moda in Francia, si sa, è un qualcosa di molto importante: un affare di identità, stile, ma anche un elemento che ben si intreccia con il mondo degli affari e della politica.
Per questo non può non suscitare scalpore e rumore la notizia dell’apertura di un’inchiesta contro l’ex ministro Jack Lang. Uno che in Francia è diventato noto, oltre che per la sua carriera politica, anche per il suo stile.
Anzi, del suo abbigliamento e della sua eleganza l’ex esponente del Partito Socialista ne ha sempre fatto una bandiera del suo operato. Da ministro della cultura ha dato sempre un occhio di riguardo alla moda francese, istituendo gli Oscar del settore a Parigi, finanziando lo stile francese e dando grande risalto ad uno dei rami che più ha fatto la fortuna nel suo paese.
Oggi Jack Lang non è più in parlamento, ma ricopre ancora ruoli importanti, tra tutti quello di presidente dell’istituto del Mondo Arabo a Parigi. L’inchiesta aperta a suo carico è dunque diventata subito mediatica proprio perché l’ex ministro ha tutt’oggi ruoli comunque vicini al mondo della politica.
I magistrati transalpini vorrebbero capire se il suo modo di vestire era soltanto una maniera per migliorare la sua immagine, pubblicizzando al contempo anche lo “stile francese” da lui difeso, oppure se c’era qualcos’altro. Se, in particolare, dietro quella “corsa” a vestire Jack Lang da parte di tanti stilisti francesi non ci celassero possibili conflitti di interessi.
Tutto ruota attorno a costosi regali, sotto forma di vestiti, donati al ministro dalla casa di moda fondata dal calabrese Francesco Smalto. Le indagini sono partite dopo la scoperta di abiti regalati a Jack Lang dal valore di 200mila euro tra il 2013 ed il 2018. Poi, nel corso del lavoro degli inquirenti, è stato scoperto che in realtà i primi doni verso l’ex ministro risalivano al 2003, per un valore complessivo di 600mila Euro.
Possibile, si chiedono gli investigatori, che tutti questi costosi abiti siano stati donati senza un particolare interesse politico? Come sottolineato i media francesi, al momento non è stata formalizzata alcuna accusa contro Jack Lang. Tuttavia, gli inquirenti sospettano che il valore così importante dei regali elargiti all’ex esponente socialista, ministro negli anni ’80 e poi anche nell’ultimo biennio del governo Jospin tra il 2000 ed il 2002, possa nascondere favoritismi di natura politica.
Il mondo della moda francese è sceso in campo in suo soccorso. Lo stilista Thierry Mugler ad esempio, in una missiva rivolta allo stesso Jack Lang, ha sottolineato la sensibilità politica dell’ex ministro alle problematiche del settore: “Lei fa pienamente parte della grande casa della moda francese – si legge nella lettera resa pubblica – ne è anzi un fiore all' occhiello ed è una delle ragioni per cui gli stilisti le chiedono di indossare le loro creazioni. Io sono orgoglioso di averla vestita per anni”.
Ovviamente a difendersi è anche il diretto interessato: “Chiunque può avere la sua opinione sul fatto che Jack Lang sia stato testimonial di questa o quella casa di moda – hanno affermato i suoi legali – ma questo non ha nulla a che vedere con un qualsivoglia problema di appropriazione indebita”.
Ma, come detto, gli inquirenti vogliono vederci chiaro: davvero quelle donazioni dal grande valore economico sono state mera “gratitudine” del mondo della moda francese? Gli investigatori hanno messo gli occhi soprattutto sulla figura di Alain Duménil, principale azionista della casa di moda fondata da Francesco Smalto, morto nel 2015. Secondo gli inquirenti, sarebbe stato proprio lui a regalare personalmente i vestiti a Jack Lang.
Intanto, vista la popolarità dell’ex ministro, anche l’opinione pubblica francese si divide.
C’è chi considera Lang un ministro della cultura visionario e da sempre impegnato per la difesa dell’arte e della moda del suo paese, chi invece punta il dito contro la mera opportunità, da un punto di vista prettamente etico, di ricevere regali così costosi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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