I vertici di Orange S.A., colosso francese delle telecomunicazioni precedentemente noto come France Télécom, sono stati in questi giorni rinviati a giudizio per avere “costretto al suicidio” diversi dipendenti.
Sette persone, tra ex e attuali manager dell’azienda in mano pubblica, sono infatti imputati, davanti a un tribunale di Parigi, per avere perpetrato, dal 2007 al 2010, delle vere e proprie “torture psicologiche” ai danni del loro personale, spingendo a togliersi la vita ben 19 impiegati della compagnia e facendo piombare nella depressione altri otto funzionari.
Relativamente all’accusa di induzione al suicidio, i sette individui rinviati a giudizio avrebbero sottoposto il personale a un “clima di lavoro infernale”, portando all’esasperazione i loro appelli a una maggiore efficienza e produttività. I vertici di Orange, per costringere gli impiegati a dare il massimo durante l’orario di lavoro, li avrebbero infatti bersagliati di “minacce di tagli agli stipendi” e di “minacce di licenziamento”. I manager, sempre per aumentare la competitività dell’azienda, avrebbero quindi assegnato ai dipendenti “turni di lavoro massacranti e degradanti”.
Per l’accusa di induzione al suicidio, la pena prevista dall’ordinamento transalpino è pari a un anno di detenzione più una multa di 15mila euro. Parallelamente al procedimento penale sono state però avviate dai familiari delle vittime e dal sindacato del personale Orange, sempre contro i sette alti funzionari dell’azienda di Stato, cause civili milionarie.
Uno degli imputati, Didier Lombard, a capo del colosso delle telecomunicazioni dal 2005 al 2010, ha rilasciato alla stampa francese alcune dichiarazioni in merito alla sua posizione processuale. L’ex manager ha così ribadito ai media nazionali la propria innocenza, escludendo qualsiasi sua responsabilità circa i suicidi dei 19 impiegati della società pubblica. Ad avviso di Lombard, le morti dei dipendenti sarebbero piuttosto da attribuire a “difficili situazioni familiari” vissute da questi ultimi.
Il governo transalpino, azionista di maggioranza di Orange, ha reagito all’avvio del processo promettendo, per bocca del ministro dell’Economia e delle Finanze Bruno Le Maire, di rendere tutte le aziende controllate dallo Stato degli ambienti di lavoro “sani e
trasparenti”. Le Maire ha contestualmente annunciato un rafforzamento dei controlli ministeriali sull’operato dei vertici delle compagnie pubbliche e sulle condizioni psico-fisiche del personale di livello inferiore.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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