Francia, simpatizzanti Isis invocano attentati contro soft target

"Popolo della Francia, voi siete complici, ecco perchè vi uccidiamo"

Francia, simpatizzanti Isis invocano attentati contro soft target

Questa notte è comparso sui canali jihadisti un poster realizzato da una sigla simpatizzante pro-Is o ISIS-linked group o ISIS-aligned group in cui si invocano attentati contro due specifici soft target in Francia. Non si tratta di una minaccia ufficiale dello Stato islamico. Merita comunque particolare attenzione per i contenuti inseriti.

Francia: “Affinche i miscredenti sappiano perchè li terrorizziamo”

Terrorista in città: affinche i miscredenti sappiano perchè li terrorizziamo. E' questo il nome del poster pubblicato questa notte dai simpatizzanti dello Stato islamico in cui si minaccia la Francia. Si tratta di una sorta di fumetto a singolo fotogramma dove si immaginano delle coppie di francesi nei loro appartamenti che discutono o si interrogano sui temi più disparati: tasse, tradimenti, razzismo, sprechi, morte, paure e vizi. Lo sconosciuto autore enfatizza la corruzione degli occidentali animati da un'inesauribile odio verso i musulmani come ad esempio nel primo dialogo di apertura a sinistra.

Dammi il telecomando – si legge nella prima nuvoletta di dialogo - sono stufo di sentire notizie sulla guerra.

Dovrebbero ucciderli tutti questi musulmani – si legge nel secondo dialogo - E quelli che sono qui vadano via e muoiano con loro.

Stranamente l’autore affronta la morte in modo neutrale nel dialogo successivo. Una visione certamente diversa dal testo a chiusura del poster. Gli autori del poster potrebbero essere due:

“Ma perché non smetti di piangere?” “Mia nonna è morta, sai benissimo che perdere una persona cara fa molto male”

Tasse, tradimenti e sprechi nei dialoghi successivi:

“Caterina hai compilato la ricevuta fiscale?” “Certamente. Mi conosci, il nostro governo cittadino merita dopo tutto quello che ha fatto per noi”

“Perché mi hai tradito di nuovo? E con il vicino di casa questa volta”. “Va bene così, non siamo sotto la legge islamica, io sono libera”.

“Ho mangiato troppo mamma, non ce la faccio più”. “Finisci la cena altrimenti non avrai il tuo dessert”

Come si conclude il poster

"Lode ad Allah! Finalmente sono arrivato. Il viaggio è stato lungo, ma ho superato tutti i confini nonostante le forze di sicurezza, per la grazia di Allah. Il giorno della vendetta è arrivato: La Francia ha assassinato mio padre, mia madre, i miei fratelli e sorelle, i miei amici con le loro famiglie. Bombarda costantemente, distrugge le terre musulmane e uccide i suoi abitanti senza distinzione. Li priva di cibo e afferma di rispettare i diritti umani. O mia gente, il tuo silenzio mostra quanto sei complice. E non ditemi che vi uccidiamo senza motivo perché non vi credo più. Non sono tornato nel paese della mia infanzia per viverci, ma per trovare il martirio con il volere di Allah e vendicarmi. Ecco perchè vi terrorizziamo".

Il terrorismo come atto comunicativo

La coesione

Per i terroristi l’omicidio, che è sempre di ispirazione divina, non è una violazione della Sacra Scrittura, ma un obbligo in rispetto alla nuova e distorta rivisitazione moderna della teologia islamica. Poiché sono le azioni terrene che garantiscono le ricompense divine, l’omicidio ha pienamente senso. Lo Stato islamico ad esempio ha decontestualizzato la teologia islamica creando attori con obiettivi assolutisti o non negoziabili, per quella profonda dicotomia tra bene e male. Il codice morale nei terroristi è assente, i nemici de-umanizzati: in questo modo si elimina ogni ostacolo verso l'assassinio di massa di civili, tra cui donne e bambini. Caratterizzare i membri del terrorismo come vittime di una società ingiusta ne aumenta la coesione organizzativa, mentre nuove regole di condotta morale si applicano alle iterazione con gli avversari che non si percepiscono come umani. L'identità del gruppo è fondamentale per la formazione, l'assunzione e il funzionamento delle organizzazioni terroristiche. Le narrazioni strategiche impiegate dalle organizzazioni terroristiche seguono una precisa struttura progettata per mostrarsi idealizzata e non contraddittoria. Obiettivo della propaganda è il rafforzamento dell'identificazione negativa di coloro che non sono conformi agli ideali del gruppo. In sintesi, le comunicazioni terroristiche celebrano e definiscono l'identità dei militanti, definendo quali azioni devono essere adottate o evitate per preservare l'integrità dell'appartenenza al gruppo. Uno spiccato senso di vittimismo si traduce in un potente motivatore per giustificare la violenza e l'ideologia estremista. L’obiettivo è quello di scatenare una dissonanza cognitiva per azioni religiosamente, politicamente ed eticamente non giuste, ma idealmente necessarie per raggiungere gli obiettivi del gruppo. Tale giustificazione è essenziale per razionalizzare il coinvolgimento contro i gruppi percepiti come negativi. Le narrazioni strategiche sono strutturate per giustificare nel terrorista un’azione che si discosta dalla propria identità religiosa, culturale e politica. Le costanti informazioni stereotipate contribuiscono ad una distorta attribuzione dell’errore ed alla de-umanizzazione dell’avversario, inglobato in un’unica categoria.

De-umanizzare il nemico

Riscrivendo la percezione di un nemico lo si colloca al di fuori di un gruppo. Non riconoscendo nell’avversario alcun tipo di diritto, si elimina qualsiasi tipo di preoccupazione e rimorso nel compiere azioni efferate contro soggetti che non dispongono di caratteristiche umane. La retorica delle organizzazioni terroristiche impiega spesso linguaggi e immagini per ritrarre i nemici con spiccate caratteristiche negative a svariati livelli (affettivi, culturali, intellettivi). Enfatizzando la percezione di un nemico non umano infine, si annulla qualsiasi tipo di negoziazione pacifica. L'esame della retorica e della propaganda di un determinato gruppo andrebbe eseguita con un approccio analitico per identificare la loro struttura prima di intraprendere un approccio comunicativo. I messaggi dovranno essere strutturati per dimostrare l’esistenza di valide alternative all’adesione delle organizzazioni terroristiche. Tuttavia anche un corretto messaggio non avrà effetto se non sponsorizzato da soggetti credibili in grado di eliminare e confutare le precedenti idee estremiste veicolate. E’ inutile trattare i terroristi come un gruppo monolitico, la segmentazione del pubblico è necessaria.

Francia: I soft target menzionati

Nel poster diffuso questa notte spiccano due dialoghi: “Questo il mio nuovo appartamento, il rumore degli aerei dell’aeroporto di Parigi-Le Bourget era divenuto insopportabile”.

Ehi papà - chide il bambino - domani portami al parco a giocare con gli amici. Non lo so - risponde il genitore - l’ultima volta sei caduto e mi hai fatto spaventare.

Nel primo dialogo l’autore non si riferisce ad un aeroporto qualsiasi della Francia, ma a quello di Le Bourget, a nord-est di Parigi. L’autore ignora il ben più imponente, trafficato e sorvegliato aeroporto di Parigi-Charles de Gaulle, menzionando proprio quello di Le Bourget, in prevalenza utilizzato dall'aviazione d'affari. Eppure l’autore parla “dell’insopportabile rumore degli aerei di Le Bourget”.

Anche nel secondo dialogo, il genitore risponde preoccupato al bambino che vorrebbe andare a giocare al parco giochi con i suoi amici. Parco giochi che si trasforma in fonte di preoccupazione ed angoscia per il genitore del bambino. L’autore evidenziare la paura dell’adulto per un luogo adibito al gioco.

La razionalità del terrorismo nella scelta dei bersagli

Il terrorismo è una forma di strategia basata sulla violenza per infondere paura per scopi politici, che provoca un giudizio morale sui metodi e obiettivi dell'attore. Con l’espressione soft target non si indica una morbidezza strutturale, ma si riferisce ad un’area facilmente accessibile. I terroristi non sarebbero nulla se non fossero adattabili. Gli attacchi contro obiettivi morbidi sono attraenti per le organizzazioni terroristiche perché presentano caratteristiche operative che li rendono vulnerabili e facili da sfruttare, garantendo così un maggiore successo. Per realizzare questo obiettivo, il layout di questi luoghi deve soddisfare determinati criteri tra cui un'atmosfera invitante per i visitatori che è solitamente aperta e spaziosa. Tra i bersagli morbidi i centri commerciali, le scuole, i cinema, gli ospedali, i parchi, gli stadi, gli alberghi, le palestre, le stazioni ferroviarie, gli aeroporti. Questi ultimi, ad esempio, garantiscono diverse entrate ed uscite e consentono l'accesso diretto anche da strade o stazioni della metropolitana. Offrono, infine, anche la possibilità di far scendere i passeggeri e scaricare i bagagli vicino al perimetro del sito. I soft target ideali presentano anche parcheggi situati nelle immediate vicinanze dei siti per ospitare famiglie e disabili. Tali aree raramente dispongono di sistema di difesa passivi e protocolli di sicurezza attivi per discriminare o rispondere ad una possibile minaccia con guardie di sicurezza (quando presenti), spesso disarmate e mancanti della formazione e delle attrezzature necessaria per fronteggiare un attacco terroristico. Inoltre, la mancanza di un adeguato screening su persone e mezzi, consente agli attori di trasportare armi ed esplosivi a bordo dei veicoli parcheggiati in prossimità dei siti da colpire. Appare evidente, quindi, che la selezione degli obiettivi morbidi è guidata da fini strategici.

L'attentato rappresenta lo stadio finale di un lucido processo razionale

L’attentato terroristico in se non è da considerare come un episodio opportunista, ma rappresenta lo stadio finale di un lucido processo razionale che inizia proprio con la selezione del target. La selezione dei bersagli, guidata da obiettivi strategici e ideologici, è sempre plasmata in risposta alle misure di sicurezza esistenti nell’ambiente operativo che si intende colpire. L’attore razionale effettua un calcolo dei costi e dei benefici quando seleziona un bersaglio. A differenza di quanto veniva teorizzato alcuni anni fa, quando al Qaeda suggeriva di colpire le figure di alto profilo come i capi di stato, la selezione dei bersagli avviene oggi in modo realistico. Poiché una figura di alto profilo come un obiettivo simbolico sono solitamente protetti per un indurimento complessivo dell’area operativa, la scelta di un bersaglio morbido garantisce un livello di successo superiore. I bersagli morbidi sono facili da attaccare e non richiedono un lungo ciclo di pianificazione. Le elevate perdite tra i civili, generano un'attenzione globale dei media a vantaggio della causa dei gruppi terroristici. Secondo le equazioni alla base del tempo di esposizione di un attacco x in un sito y, la cassa di risonanza aumenta proporzionalmente al dramma in corso. La diretta tv è sempre stata un’ossessione per i terroristi: in quest’ottica si colloca la scelta dei bersagli che presentano proprio tali peculiarità come un evento sportivo. La variabile degli ostaggi, quindi, è concepita proprio in tale senso. L’obiettivo morbido è motivato dalla distorta ideologia e visione del mondo. La fase di sorveglianza è eseguita per ottenere un profilo aggiornato dell'obiettivo, determinare l'approccio più adatto ed il momento migliore per l’attacco. I terroristi visitano diverse volte il loro obiettivo previsto utilizzando una varietà di sistemi legittimi come telecamere, binocoli, sistemi globali di posizionamento ed internet.

L’indottrinamento con il ricorso alla narrativa apocalittica, crea generalmente una maggiore predisposizione nell’attaccare i bersagli con un'elevata concentrazione di civili. Per molto tempo ritenuti insulsi dall’Occidente, i sermoni dei teorici dello Stato islamico e di al Qaeda hanno avuto l’obiettivo di creare attori con obiettivi assolutisti o non negoziabili, per quella profonda dicotomia tra bene e male. Il codice morale nei terroristi è assente, i nemici de-umanizzati: in questo modo si elimina ogni ostacolo verso l'assassinio di massa di civili, tra cui donne e bambini. Il terrorismo, violando le norme internazionali in materia di targeting dei civili, si propone deliberatamente di apparire al di là della razionalizzazione per amplificare l'effetto psicologico di un attacco. La logica che cerca di massimizzare l'effetto psicologico del terrorismo è strutturata per compensare le capacità materiali asimmetriche. Come attore non statale che cerca di costringere un avversario di Stato molto più forte, il terrorismo rappresenta un tentativo razionale di massimizzare le risorse limitate. Tuttavia, la strumentalità dell'uso della forza è organizzata principalmente verso ulteriori obiettivi politici. L’attacco terroristico, sebbene furioso nella fase di esecuzione, è quindi frutto di meticolosa pianificazione. La valutazione dei costi-benefici effettuati dalle organizzazioni terroristiche rivela che la decisione di effettuare un attentato, pur in genere sostanzialmente irrazionale, è proceduralmente razionale. La logica della teoria strategica dietro il processo di deliberazione così come la scelta dei tempi, degli obiettivi e degli effetti per massimizzare l'utilità degli attacchi sia a livello tattico che strategico, suggerisce che il terrorismo è prodotto da un processo di pensiero. Si definisce quindi il terrorismo come una procedurale razionale, anche se non necessariamente sostanziale.

La logica strumentale alla base dei piani di azione

Errata percezione. Definire il terrorista come un pazzo o un fanatico religioso che commette atti di violenza indiscriminati, contribuisce alla comune percezione che il terrorismo esista oltre i regni dell'attività razionale. Il terrorismo è invece un fenomeno lucidamente razionale, all'interno di una più ampia strategia di comunicazione politica coercitiva, dove la violenza viene usata nella deliberata creazione di un senso di paura per influenzare un comportamento e un determinato gruppo di destinatari. La razionalità procedurale dell'uso del terrorismo, basato sull'osservazione e sull'esperienza, è ulteriormente rafforzata dall'utilità che massimizza la natura del targeting. La natura di queste considerazioni è chiaramente basata su un calcolo razionale di costo-beneficio. Il terrorismo impiegato in modo intermittente in risposta ai cambiamenti degli ambienti strategici è parte di un modello chiaro e ricorrente, osservabile in Medio Oriente e già attuato nell'Irlanda del Nord. Gli obiettivi civili sono scelti proprio perché l'aspetto della casualità è essenziale per massimizzare la paura tra la popolazione target. L'illusione di una tattica indiscriminata è essenziale per colpire psicologicamente coloro che sono sfuggite alle conseguenze fisiche di un attacco terroristico. Queste risposte comportamentali per massimizzare l'utilità negli ambienti strategici dinamici, sono riconducibili ad una logica strumentale alla base dei piani di azione. La razionalità procedurale spiega come il terrorismo è il prodotto di un'analisi logica del costo-beneficio, dell'utilità prevista e delle strategie coercitive all'interno di una serie limitata di opzioni disponibili per i gruppi politici non statali.

Pianificazione, scelta dei target, immediatezza nell’esecuzione, sopravvivenza: sono tattiche che derivano chiaramente dalla guerriglia insurrezionale, orchestrate per disperdere le forze di reazione e sfruttare lo shock iniziale. Possiamo quindi affermare che l’attentato terroristico in se è un’azione razionale sorprendente che bilancia immediatamente le forze con il nemico (lo Stato) in un arco temporale strettamente limitato.

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