L'improvviso abbandono dell'Afghanistan da parte dell'esercito statunitense continua a far registrare delle conseguenze a livello internazionale: le tessere del domino fatto crollare da Washington vengono giù una dopo l'altra, a partire dall'inevitabile fuga verso occidente di migliaia di profughi, sulla quale l'ex vicepremier Matteo Salvini chiede urgenti chiarimenti.
Pronto ad aprire, invece, il segretario del Pd Enrico Letta, che su Twitter lancia l'appello: "Il momento in cui l'Italia può e deve dare tanto. Lanciamo una grande Mobilitazione Nazionale per aiutare chi resta e accogliere chi fugge. Sosteniamo la società afgana, la sua evoluzione, le donne e gli uomini che non vogliono tornare al Medioevo. Noi ci siamo".
La crisi
Una situazione che inizia ad allarmare e non poco il mondo, e nello specifico l'Unione europea, divisa tra chi si dice disponibile ad accogliere gli afghani e chi invece, come ad esempio l'Austria, anticipa di non avere intenzione di spalancare le porte del proprio Paese. Albania e Canada offrono un aiuto parziale, fornendo disponibilità ad ospitare un numero limitato di profughi, mentre Germania ed Olanda si limitano per il momento a bloccare gli espatri previsti per gli afghani già presenti sul territorio nazionale: i tedeschi dichiarano infatti di essere impegnati a programmare il rientro in suolo germanico di migliaia tra collaboratori dell'ormai ex governo federale afghano e attivisti per i diritti umani.
E l'Italia? Draghi ha già annunciato di essere pronto a fare la sua parte per "proteggere i cittadini afghani che hanno collaborato con la nostra missione" e per trovare "una soluzione della crisi, che tuteli i diritti umani, e in particolare quelli delle donne". Una posizione perfettamente in linea con quella del Pd, che invoca l'apertura di corridoi umanitari per i profughi.
Dal canto suo la Lega ha già richiesto al governo un'urgente informativa sulla situazione in Afghanistan, ma al momento non risulta nulla in programma prima del 24 agosto, data in cui è fissata l'audizione dei ministri Di Maio e Guerini nelle commissioni Esteri congiunte di Camere e Senato. Il titolare della Farnesina, impegnato a prendere la tintarella mentre nel pieno della crisi afghana si riuniva in una spiaggia del Salento con Boccia ed Emiliano, è stato travolto dalle polemiche alimentate da alcuni colleghi che gli chiedevano di attivarsi e di svolgere il proprio ruolo: dopo il polverone, il mimistro degli Esteri, almeno secondo quanto comunicato dalla Farnesina, si è detto infine disponibile a riferire in Parlamento in settimana.
Le parole di Salvini
"Sull'Afghanistan il discorso di ieri di Biden è stato pessimo", ha affondato il leader della Lega Matteo Salvini dopo le parole pronunciate dal presidente degli Stati Uniti d'America in seguito al ritorno dei talebabi. "È incredibile che si perdano altri giorni e che i ministri non vengano a riferire immediatamente, ma la settimana prossima in Parlamento", ha affondato ancora l'ex vicepremier, facendo presumibilmente fischiare le orecchie a Di Maio.
"Accogliere in Italia alcune decine di persone che hanno collaborato con la nostra ambasciata mi sembra doveroso, ma che nessuno ci venga a parlare di accogliere decine di migliaia di afghani".
I profughi afghani, in ogni caso, hanno diritto all'accoglienza, diversamente dagli irregolari presenti sul territorio nazionale, come precisato dal rappresentante del Carroccio Max Bastoni. "Condivido necessità di accogliere profughi afgani ma che fine han fatto circa i 49 mila clandestini fuori da questi centri di accoglienza e soprattutto quelli a cui è stato negato il permesso di soggiorno? Milano è in grado di accogliere tutti, profughi veri e profughi finti?", ha dichiarato il consigliere comunale e regionale della Lega, che ha poi precisato: "Da mesi il terzo settore denuncia l’impossibilità di accogliere i numeri importanti di immigrati che la Lamorgese sta facendo entrare in Italia e ora il sindaco uscente si ubriaca di retorica parlando di un’accoglienza che pare più una sparata per i media che una certezza percorribile. Milano è sotto assedio da un’immigrazione fuori controllo, se non si risolve questa mi pare inverosimile poter dar rifugio a chi legittimamente scappa dall’Islam retrogrado e oscurantista dei talebani. E’ un sistema che genera senza dimora, un cortocircuito da cui si può uscire solo con i respingimenti al confine e l’accoglienza solo per chi realmente ne ha diritto".
L'apertura della Raggi
Diametralmente opposta la posizione di Virginia Raggi, in piena campagna elettorale: "L'amministrazione di Roma Capitale è pronta a sostenere gli eventuali sforzi volti a istituire immediatamente corridoi umanitari. In questa emergenza Roma Capitale può fare la propria parte", scrive in una lettera il sindaco a Di Maio, come riportato da AdnKronos. "Garantisco che sin da subito siamo pronti a mettere a disposizione le strutture comunali per contribuire alla accoglienza dei rifugiati, delle donne, degli studenti e delle studentesse, dei bambini e di chi è in procinto di essere rimpatriato", aggiunge Raggi, pronta a promuovere iniziative "che puntano a istituire borse di studio, agevolazioni e posizioni di Visiting Professor".
"Non dobbiamo lasciare solo il popolo afghano. È importante agire velocemente, dando protezione e aiuto a chi sta fuggendo dal regime talebano" e si aspetta "un aiuto da parte del popolo italiano".
I comuni
"I sindaci italiani sono pronti a fare la loro parte nell'accogliere le famiglie afghane", dichiara invece il sindaco di Prato Matteo Biffoni, delegato Anci per l'Immigrazione. "Non c'è tempo da perdere, sappiamo bene come i civili che hanno collaborato con le nostre missioni in Afghanistan oggi siano in forte pericolo, soprattutto donne e minori.
Il Governo si sta muovendo per salvare vite umane, attraverso l'azione delle prefetture sul territorio e i sindaci mettono a disposizione la propria esperienza, per questo abbiamo scritto al ministro dell'Interno Lamorgese e abbiamo avvisato il ministero della Difesa", conclude Biffoni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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