Gb, lo scandalo molestie travolge il Partito laburista

I vertici del partito, dopo le rivelazioni fornite alla stampa dalla presunta vittima, hanno disposto l’apertura di un’indagine interna

Gb, lo scandalo molestie travolge il Partito laburista

Il Partito laburista britannico nella bufera. Dopo lo “scandalo rimborsi”, un’altra vicenda dai contorni imbarazzanti rischia di pregiudicare l’immagine della sinistra inglese. Importanti esponenti di quest’ultima sono stati infatti accusati di “stupro” da un’attivista del partito. I vertici laburisti, inoltre, sono stati biasimati dalla ragazza per non averle mai dato ascolto in questi anni e per avere osservato sulla vicenda-abusi un “vergognoso silenzio”.

Bex Bailey, attivista Labour venticinquenne, ha puntato il dito contro “importanti dirigenti del partito”. In un’intervista a The Telegraph, la ragazza ha raccontato di avere subito, da parte di questi ultimi, “reiterati abusi sessuali”. La presunta vittima non ha rivelato al quotidiano i nomi dei “predatori sessuali”. I crimini si sarebbero consumati sei anni fa, durante serate-evento e iniziative per la raccolta di fondi organizzate dalla formazione politica di sinistra.. Dopo avere subito le molestie, la ragazza avrebbe denunciato gli orrori subiti alla dirigenza laburista dell’epoca. Tuttavia, secondo la Bailey, il Comitato esecutivo nazionale avrebbe “minimizzato” e “ridicolizzato” le accuse avanzate dalla ragazza stuprata. I vertici del partito avrebbero quindi esortato la vittima a tacere sull’accaduto, al fine di “salvaguardare la reputazione” della sinistra britannica: “I dirigenti del Labour hanno gettato nella spazzatura le mie denunce. Ho ricevuto un’enorme delusione dal partito che amavo.” Dopo avere mantenuto per sei anni il silenzio sulla vicenda, la Bailey, incoraggiata dalla crescita del movimento #MeToo, ha deciso di svelare all’opinione pubblica i misfatti e le connivenze attribuibili alla dirigenza della sinistra: “Spero che oggi la mia testimonianza possa innescare un profondo rinnovamento della classe politica britannica. I partiti, specialmente quello laburista, non sono affatto dei luoghi sicuri per le donne.”

La formazione politica capeggiata da Jeremy Corbyn, tramite un comunicato, ha commentato così le parole della presunta vittima: “Il Partito laburista è da sempre in prima linea nelle battaglie a difesa dei diritti delle donne. I responsabili di crimini sessuali non possono fare parte della nostra comunità e vanno espulsi una volta espletati gli appositi procedimenti sanzionatori. Questi ultimi sono ovviamente migliorabili, ma finora hanno funzionato bene. Ringraziamo comunque Bex Bailey per la sua coraggiosa testimonianza.” Il racconto-choc reso alla stampa dall’attivista ha quindi indotto Corbyn ad avviare un’indagine interna sugli abusi ascrivibili ai funzionari del partito. La redazione di un dettagliato dossier sulla “moralità” degli esponenti della sinistra è stata affidata dal Comitato esecutivo del Labour a un importante avvocato: Karon Monaghan. Quest’ultima, paladina del movimento femminista, ha annunciato: “Non verranno fatti sconti. Chiunque in passato abbia commesso reati verrà subito denunciato alla magistratura. Tutte le militanti che, come Bex Bailey, hanno subito violenze per mano di colleghi di partito devono farsi avanti e mettere fine al clima di omertà affermatosi negli ultimi anni.” L’indagine interna avviata dietro iniziativa di Corbyn è stata però etichettata da alcuni parlamentari Labour come una “reazione tardiva”.

Margaret Hodge ha infatti dichiarato: “Perché il segretario del partito ha aspettato che lo scandalo esplodesse per fare luce sulle colpe dei nostri dirigenti? Una leadership effettiva si esercita vigilando con rigore sulla condotta di ogni militante, dall’attivista del più piccolo collegio al componente del Comitato esecutivo.”

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