In Germania, si è in questi giorni sollevata un’ondata di polemiche contro Ursula von der Leyen, ex ministro della Difesa federale e nuovo presidente della Commissione Ue, accusata dai vertici militari di avere lasciato un’“eredità disastrosa” nel settore dell’aviazione teutonica.
In un recente convegno organizzato a Berlino da alcune industrie locali degli armamenti, il tenente generale Ingo Gerhartz, capo di Stato maggiore delle forze aeree del Paese, ha infatti condannato ferocemente l’attività svolta dalla von der Leyen all’interno del governo Merkel, incolpandola di avere “smantellato” la storica efficienza del settore militare in questione. Ad avviso dell’ufficiale, l’ex ministro avrebbe “abbandonato all’obsolescenza” i velivoli in dotazione alla Difesa, non provvedendo minimamente a sostituirli con mezzi moderni e tecnologicamente avanzati.
Di conseguenza, a causa dei mancati investimenti in innovazione attribuibili alla von der Leyen, ha spiegato Gerhartz, l’aviazione tedesca contemporanea sarebbe costituita quasi esclusivamente da aerei “antiquati”, soggetti ormai a un “devastante logorio” causato dalle troppe ore di volo accumulate. La presenza, nelle basi e nelle accademie della forza militare in questione, di velivoli pressoché in panne sarebbe così elevata che i vertici della Difesa non sarebbero attualmente in grado di predisporre corsi di addestramento adeguati per gli aspiranti piloti. Le giovani promesse dell’aviazione teutonica sarebbero appunto costretti a esercitarsi con velivoli che “potrebbero precipitare da un momento all’altro” e che sono “drammaticamente sprovvisti” della dotazione tecnologica ultramoderna che si trova abitualmente a bordo dei mezzi di ultima generazione.
Ad oggi, in base ai dati “impietosi” forniti sempre dal capo di Stato maggiore, soltanto 26 dei 93 caccia Tornado e soltanto 39 dei 128 jet Eurofighter in forza alla Difesa tedesca sarebbero“nuovi di zecca” e in grado di fornire prestazioni corrispondenti agli standard qualitativi Nato. Tale “condizione disastrosa” della difesa aerea della Germania starebbe inducendo, ha tuonato quindi Gerhartz, sempre più reclute a“rinunciare alla carriera militare”. Nel primo semestre di quest’anno, già una dozzina di aspiranti piloti avrebbe desistito dal prestare servizio nell’aviazione proprio a causa dell’impossibilità di addestrarsi a bordo di “velivoli decenti”.
Il difficile momento delle forza armata in questione sarebbe la diretta conseguenza di una precisa “scelta suicida” imputata dall’ufficiale al ministro uscente von der Leyen, ossia quella di avere “ridotto, tra il 2016 e il 2018, di ben cinque miliardi” gli stanziamenti di bilancio diretti all’ammodernamento del settore aereo. La decisione dell’allora titolare della Difesa è stata poi additata da Gerhartz come emblematica di una “folle e perversa ideologia pacifista”.
Alle forti contestazioni avanzate dal capo di Stato maggiore ha subito replicato Annegret Kramp-Karrenbauer, esponente Cdu succeduta alla von der Leyen alla guida delle forze armate federali. Costei, fedele alleata della Merkel, ha prontamente rassicurato l’alto funzionario militare promettendo un’“inversione di tendenza” sul fronte delle politiche di bilancio nazionali in tema di sicurezza pubblica, che consisterà in “maggiori investimenti” per l’ammodernamento della flotta aerea. La donna ha successivamente assicurato che la spesa statale complessiva nel comparto-Difesa crescerà fino a raggiungere la soglia del “2% del Pil”.
Tuttavia , la stampa teutonica ha subito bollato come “difficilmente realizzabili” le promesse fatte dalla Kramp-Karrenbauer, poiché l’alleato di governo della Cdu, ossia il partito di sinistra Spd, si è più volte pubblicamente schierato contro un incremento, anche minimo, degli stanziamenti pubblici in ambito militare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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