In Germania si è recentemente sviluppato un acceso dibattito circa l’insegnamento dell’Islam negli istituti scolastici pubblici. Sempre più scuole starebbero infatti introducendo gli “studi coranici” nell’ambito dei rispettivi programmi educativi. I dirigenti scolastici promotori di tale insegnamento sostengono che quest'ultimo aiuterebbe gli studenti immigrati a “sentirsi a casa”, mentre i critici lo definiscono “incompatibile” con i valori e le tradizioni tedeschi. Dopo la Francia, la Germania è il Paese europeo che presenta la più consistente minoranza musulmana (4,95 milioni di persone).
Secondo l’ente di ricerca Mediendienst Integration, sarebbero ormai 800 gli istituti tedeschi di istruzione primaria e secondaria che propongono nei programmi didattici gli “studi coranici”, materia impartita esclusivamente da professori musulmani. Nel quadro del nuovo insegnamento, gli studenti si cimentano nell’analisi del Corano, apprendono la storia della religione maomettana, imparano i fondamenti della Shari'a e dell’etica islamica. Durante le lezioni, inoltre, gli alunni vengono esortati dai docenti a raccontare eventuali “atti di intolleranza” subiti ad opera di “soggetti islamofobi”. Agli studenti viene quindi insegnato che il credo islamico è “perfettamente compatibile” con i valori storici della società tedesca.
I dirigenti delle strutture educative che hanno inserito gli “studi coranici” nell’offerta formativa difendono con convinzione tale scelta. Ad esempio, Mansur Seddiqzai, preside di un liceo di Dortmund, ha dichiarato alla stampa: “L’insegnamento dei precetti islamici è rivolto principalmente agli studenti provenienti dall’Afghanistan, dal Marocco e dalla Turchia ed è diretto a favorirne l’integrazione. Svecchiare i programmi didattici tradizionali mediante l’introduzione degli studi islamici è uno strumento utile a fare sentire a casa i ragazzi legati a culture diverse da quella occidentale. Le istituzioni tedesche, impartendo alla popolazione immigrata l’insegnamento del Corano, dimostrano a quest’ultima la massima propensione all’accoglienza. Grazie all’insegnamento dell’Islam nelle scuole del Paese, sempre più stranieri cesseranno di sentirsi esclusi ed emarginati e, di conseguenza, sempre più giovani si allontaneranno dalla propaganda jihadista.”
Lo “svecchiamento” dei piani educativi è sostenuto dal Partito socialdemocratico, il quale, tramite la parlamentare Kerstin Griese, ha recentemente affermato: “Introdurre lo studio del Corano nelle scuole è l’unico modo per avviare un dialogo con le minoranze e per comprendere realmente le esigenze e le preoccupazioni di queste ultime.” Anche esponenti della Chiesa protestante hanno manifestato il loro appoggio a tale riforma dell’offerta formativa. L’ecclesiastico luterano Heinrich Bedford-Strohm è uno dei principali sostenitori dei programmi didattici incentrati sui precetti islamici: “Introdurre nelle scuole lo studio del Corano è indispensabile per sottrarre sempre più giovani alla propaganda fondamentalista montata dagli imam radicali.”
L’“islamizzazione” delle scuole pubbliche viene invece fortemente avversata dal partito nazionalista Alternative für Deutschland (AfD). Alexander Gauland, leader di tale formazione politica, ha infatti definito “sconcertante” l’approvazione manifestata dalla Chiesa protestante nei confronti della controversa riforma dei programmi didattici. Egli ha quindi ribadito l’“incompatibilità” tra l’Islam e i valori del popolo tedesco.
Proprio AfD ha recentemente avviato una campagna di sensibilizzazione diretta a informare i cittadini circa i rischi per le tradizioni nazionali derivanti dall’introduzione degli studi islamici nelle scuole della Germania. In questi giorni, tale partito sta tappezzando i muri delle principali città del Paese con poster recanti la scritta: “Scuole libere dall’Islam”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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