Lo scontro ormai è sempre più duro, specie dopo che l'assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione che boccia la decisione di Washington di spostare la propria ambasciata da Tel Avivv a Gerusalemme. Durissimo il commento dell'ambasciatrice Usa alle Nazioni Unite, Nikki Haley, che ha definito "irresponsabile" il voto dell'Assemblea. In un tweet ha poi espresso apprezzamento per i paesi "non hanno ceduto ai modi irresponsabili dell'Onu". Intanto i palestinesi scavano ancora di più il solcato che li divide dagli israeliani. Con un comunicato che, più che altro, è un avvertimento: noi non ci fidiamo più dell'America.
Il presidente dell’Autorità Nazionale palestinese, Abu Mazen, ha detto che i palestinesi non accetteranno "nessun piano" di pace proposto dagli Stati Uniti per il conflitto israelo-palestinese, definendo Washington ormai "screditata" dopo il suo riconoscimento di Gerusalemme come capitale dello stato di Israele. "Non accetteremo piani dagli Stati Uniti", ha detto dopo un colloquio a Parigi con il presidente francese Macron. Con il loro annuncio "gli Stati Uniti hanno squalificato se stessi".
Emmanuel Macron da parte sua sottolinea che la decisione di Washington "marginalizza" gli americani sul dossier mediorientale, e sottolinea che la Francia riconoscerà lo Stato di Palestina al momento opportuno. "Gli americani sono isolati, cercherò di non fare lo stesso", ha dichiarato Macron, perché "non credo" che questo sarebbe "efficace". Il riconoscimento ci sarà, ha concluso il presidente francese, "al momento opportuno" e non sotto le pressioni.
Sullo scacchiere internazionale si sottolineano anche le mosse della Turchia. Il presidente Recep Tayyip Erdogan ha avuto un colloquio telefonico con il suo omologo russo Vladimir Putin per ringraziarlo del sostegno alla risoluzione delle Nazioni Unite che ha condannato la decisione degli Stati Uniti di riconoscere Gerusalemme come capitale dello stato di Israele. A riferirlo sono diversi media turchi, che citano fonti dell’ufficio presidenziale, secondo cui il colloquio telefonico ha affrontato anche la situazione della Siria e gli sviluppi in Medio Oriente.
Ma Israele come ha reagito? In una dichiarazione diffusa dall'ufficio del primo ministro, Benjamin Netanyahu, si legge che "Israele rifiuta la decisione dell'Onu ed allo stesso tempo è soddisfatta per l'alto numero di
Paesi che non hanno votato in suo favore". E ancora: "Israele ringrazia il presidente Trump per la sua salda posizione in favore di Gerusalemme e ringrazia i Paesi che hanno votato insieme ad Israele, insieme per la verità".
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