Virus, Parigi apre un'inchiesta: il governo inizia a tremare (ma non Macron)

Un procuratore di Parigi apre un'inchiesta sulla gestione della pandemia. Il presidente Macron è immune, ma il governo può essere imputato dalla Corte di Giustizia francese

Virus, Parigi apre un'inchiesta: il governo inizia a tremare (ma non Macron)

In Francia c'è qualcuno che sospetta che le istituzioni possano aver sbagliato qualcosa. Il Sars-Cov2 era già arrivato in Europa, per fare un esempio, quando a Parigi si è deciso comunque di votare per il primo turno delle municipali, con tutto quello che una scelta così potrebbe aver comportato in termini di "assembramenti". Un termine che abbiamo imparato a conoscere.

La pandemia ha colpito anche Oltralpe, dove sono morte quasi 30mila persone a causa della perfida sindrome che ha sconvolto il mondo, il Covid-19. "Cigno nero" con cui anche la grandeur ha dovuto fare i conti. Ma le cose sarebbero potute andare in maniera diversa? La domanda circola. Tanto che un procuratore di Parigi, Remi Heitz, ha optato per quella che in gergo si chiama indagine preliminare. Un'inchiesta certosina, che mira a non lasciare nulla d'irrisolto. Chiariamo subito che Emmanuel Macron ne uscirà indenne: il sistema politico-costituzionale francese prevede che l'inquilino dell'Eliseo goda di una particolare immunità.

Emmanuel Macron, quindi, poco o nulla ha ed avrà a che fare con la decisione del procuratore. Ma gli effetti dell'indagine potrebbero anche influenzare l'opinione pubblica. E quella un politico la deve sempre tenere in considerazione. L'esecutivo potrebbe essere tirato in ballo se venissero rintracciate evidenze in grado di dimostrare qualcosa di rilevante? In parte sì. A muoversi, però, dovrebbe essere in caso la Corte di Giustizia transalpina. Un organo giuridico cui sono già pervenute 80 denunce, secondo quanto riportato dall'agenzia Nova. Il tempo, al limite, consegnerà le risposte ai francesi che hanno scritto le loro rimostranze nero su bianco. Nel corso del mese di marzo, un gruppo composto da circa 600 operatori sanitari ha accusato il premier macronista Philippe ed il ministro della Salute. Questi medici e paramedici, per esempio, sembrano sicuri che la pandemia potesse essere affrontata con tempi diversi.

Un tema - questo dei tempi di gestione - che potrebbe tornare in auge anche nell'inchiesta del procuratore Remi Heitz. Possibile che lo Stato francese possa aver mentito ai suoi cittadini? "Vogliamo capire l'estensione delle informazioni che sono state nascoste ai francesi. Per determinare le responsabilità di ciascuno in questo fiasco sanitario", hanno fatto presente i seicento.

Niente giustizia amministrativa: il piano di riferimento dell'inchiesta è quello penale. L'indagine punta a comprendere per esempio se possano sussistere elementi per citare l'"omicidio involontario" o la "messa in pericolo della vita altrui". Fattispecie che certo non rientrano nella normalità. Mentre Parigi si prepara al secondo turno delle elezioni municipali, dalla Torre Eiffel fanno sapere che le normali attività ripartiranno in breve tempo. Quando la Torre riaprirà, l'inchiesta non sarà con ogni probabilità conclusa.

Per Notre Dame, invece, bisognerà attendere ancora degli anni.

Ecco, alcuni francesi si augurano che molto prima della riapertura della storica cattedrale possano essere chiarite le eventuali responsabilità delle istituzioni nella gestione del quadro pandemico.

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