Dopo la strage di Manchester rivendicata dall'Isis, in Libia c'è chi si dice per nulla sorpreso e chi invece manifesta stupore e auspica che "non si creda che tutti i libici sono terroristi". Il massacro di lunedì sera è stato attribuito a Salman Abedi, nato a Manchester in una famiglia di origini libiche. E la Libia, nel caos dalla fine dell'era di Muammar Gheddafi, si risveglia tra interrogativi e timori. Il giornale online Libya Herald ha dato voce a Reda Fhelboom, giornalista libico che ha vissuto per anni a Manchester. "La Gran Bretagna concede loro asilo - ha detto - e ora paga il prezzo per aver trascurato la loro ideologia estremista".
"Sentire che i responsabili dell'attacco sono libici non è stata una sorpresa perché so che ci sono molti estremisti libici che vivono a Manchester", ha affermato Fhelboom. Sulla stessa linea Mohamed Eljarh, analista libico che lavora anche per l'Atlantic Council. "Molti islamisti libici, in particolare del Lifg, che sono fuggiti dal regime di Gheddafi hanno trovato rifugio nel Regno Unito e Manchester è un centro importante per loro", ha twittato, parlando di presunti collegamenti tra il padre di Abedi e il Gruppo islamico combattente (Lifg). Manchester, ricorda il giornale, è nota per ospitare una delle più grandi comunità di libici espatriati. Il nome dell'attentatore rivelato ieri è quello del 23enne "Salman Abedi": il Libya Herald scrive che ha la doppia cittadinanza libica e britannica e che sulla sua carta d'identità libica il nome indicato è "Sulaiman". La famiglia, scrive il giornale, sarebbe originaria dell'est della Libia, di Guba, ma il padre di Abedi, Ramadan, sarebbe nato a Tripoli. Anche Aguila Saleh, il presidente della Camera dei Rappresentanti (il Parlamento di Tobruk) - sottolinea il giornale - è originario di Guba. Fonti citate dal Libya Herald descrivono Ramadan Abedi come un "federalista della Cirenaica", ma non noto per essere un estremista.
Tra i libici interpellati dal Libya Herald c'è anche chi, come Mousa al-Naili, si dice "molto amareggiato" ed esprime vicinanza alle famiglie delle vittime della strage di Manchester insieme alla speranza che "non si creda che tutti i libici siano terroristi".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.