I repubblicani fanno guerra a Disney: "Perché è un pericolo"

Walt Disney dovrà dire addio al suo distretto speciale in Florida. Lo ha deciso il governo della Florida dopo l'opposizione del colosso alla legge che vieta l'insegnamento del gender nelle scuole primarie

I repubblicani fanno guerra a Disney: "Perché è un pericolo"

Fra la Disney e il governatore repubblicano della Florida, Ron DeSantis, è guerra. La discordia nasce dalla contestata legge voluta dai repubblicani che vieta la discussione in classe di questioni relative all'identità di genere nelle scuole primarie dello Stato e che i progressisti hanno soprannominato "Don't say gay". Messa sotto pressione dalle associazioni Lgbtq e dai dem, nelle scorse settimane la Disney ha contestato ufficialmente la legge e ha promesso di lottare per abrogarla, spiegando che l'obiettivo del colosso è far sì che la legge di DeSantis "venga abrogata" o soppressa dai tribunali. Ora DeSantis è passato al contrattacco. I legislatori della Florida hanno infatti votato per privare Walt Disney del suo speciale status di autogoverno nel mezzo di uno scontro politico tra l'azienda e il governatore. Lo status conferiva alla Disney il potere di imporre tasse, costruire strade e controllare i servizi pubblici sui terreni inerenti il suo parco a tema.

Disney, fine del "distretto speciale"

Come ricorda la Bbc, conosciuto come Reedy Creek Improvement District, il distretto speciale nacque a seguito di un accordo del 1967 tra lo stato e la Walt Disney Company. Questo suo status speciale ha consentito alla società di operare come un vero e proprio governo municipale, con un suo consiglio di vigilanza: ciò significa che il colosso avrebbe potuto persino costruire il proprio aeroporto o una centrale nucleare, se lo avesse voluto. Per mezzo secolo ha concesso al gigante dell'intrattenimento di essere svincolato da tutti i fardelli burocratici, oltre che da milioni di dollari di tasse. Con la decisione di DeSantis, il distretto speciale verrà ufficialmente sciolto il 1 giugno 2023 e il gigante dell'intrattenimento dovrà dire addio a tutti i vantaggi e benefit su cui poteva contare. Secondo Richard Foglesong, autore del libro "Married to the Mouse: Walt Disney World and Orlando", citato dalla Cnn, la Disney chiese di avere un distretto speciale e una sorta di autogoverno dopo i problemi riscontrati con il municipio di Anaheim, in California, dove sorge un altro parco Disney, completato e costruito un decennio prima. Oggi, il distretto speciale di Reedy Creek comprende circa 10 mila ettari nelle contee di Orange e Osceola, inclusi quattro parchi a tema, due parchi acquatici, un complesso sportivo, 280 chilometri di strade, miglia di corsi d'acqua e le città di Bay Lake e Lake Buena Vista. Attualmente, vi lavorano circa 80 mila persone. Secondo i media liberal, il disegno di legge approvato dalla Florida rappresenta una forma di ritorsione politica contro la Disney per la sua presa di posizione contro la legge sull'insegnamento del gender ai più piccoli.

Il Ceo Chapek sotto attacco

Come nota FoxNews, tuttavia, Il Ceo della Disney Bob Chapek, è stato duramente criticato per come ha gestito questa controversia. Le associazioni e gli attivisti Lgbtq lo hanno accusato di essersi mosso contro eccessivo ritardo, mentre alcuni dipendenti hanno addittura abbandonato il loro lavoro per protesta.

Altri hanno chiesto a Chapek di fare un passo indietro rispetto alla guerra ideologica contro il disegno di legge sul gender a scuola e di smetterla di strizzare l'occhio a una minoranza politica e ideologica che vuole imporre la sua visione del mondo. Nel frattempo il titolo crolla in borsa e gli investitori temono che il colosso rimanga implicato a lungo in una guerra politico-culturale con i repubblicani. Sposare la causa "Woke", ad oggi, non sembra essere particolarmente conveniente.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica