Questa mattina la polizia di Hong Kong ha fatto irruzione nel campus della Polytechnic University, dopo un assedio che è andato avanti tutta la notte.
L'ateneo era stato occupato dai manifestanti antigovernativi, circa 200, gli stessi che da quasi sei mesi stanno protestando contro il governo locale amministrato da Carrie Lam per chiedere maggiore indipendenza dalla Cina continentale e un rafforzamento dei principi democratici.
Dentro e fuori la sede universitaria, numerosi incendi sono stati appiccati dai dimostranti. Le forze dell'ordine sono entrate all'alba e hanno effettuato un numero imprecisato di arresti. Gli agenti sono riusciti a fare irruzione soltanto al termine di una estenuante battaglia, visto che i manifestanti erano da giorni asserragliati nell'edificio. Centinaia di loro hanno provato in tutti i modi a ostacolare l'avanzata della polizia, lanciando mattoni e molotov e issando barricate improvvisate. A colpi di gas lacrimogeni e cannoni, la polizia si è fatta strada a fatica quando l'orologio segnava le 5.30 ora locale.
I reparti antisommossa hanno arrestato decine di persone, negando di aver effettuato un raid, quanto piuttosto “un'operazione di dispersione e arresti”. Una toccata e fuga rapidissima. Secondo quanto riportato dal South China Morning Post, la situazione è al momento in stato di stallo. Il parlamentare Ted Hui Chi Fung, entrato all'interno del campus, ha così fotografato la situazione: “Gli scontri sono al momento sospesi, la polizia non può entrare ma nemmeno i manifestanti possono uscire”. La polizia si è ritirata ma ha sottolineato che si tratta solo di “una sospensione temporanea dell'uso della forza”, così da consentire agli studenti di lasciare pacificamente il campus e consegnarsi.
L'ultimatum delle forze dell'ordine
L'avvertimento, rivolto agli studenti assediati nel campus, parla chiaro: “Tutti coloro che si trovano all'interno dell'università del Politecnico devono lasciare le armi e gli oggetti pericolosi, togliere le maschere anti-gas e andarsene in maniera ordinata, seguendo le indicazioni delle autorità”. Molti manifestanti sarebbero sull'orlo di una crisi di nervi e il gruppo è spaccato a metà: c'è chi vorrebbe uscire e consegnarsi, e chi invece intende continuare il braccio di ferro con le autorità. Ricordiamo che la Polytechnic University di Hong Kong è uno dei campus universitari utilizzati dai dimostranti dalla scorsa settimana come punto di raccolta per organizzare il movimento di protesta di Hong Kong.
Dopo giorni di calma apparente, la violenza è esplosa la scorsa settimana, dopo che un agente di polizia ha sparato a bruciapelo contro un manifestante, mandandolo in fin di vita. Nel frattempo tutte le lezioni in tutte le scuole di Hong Kong sono state sospese, sia per oggi che per la giornata di domani.
Da Pechino il governo cinese insiste sulla necessità di porre fine alle violenze e ripristinare l'ordine.Ma gli occhi sono puntati sulla Polytechnic University perché, tra una trattativa e l'altra, il rischio di un vero e proprio massacro è quanto mai reale ed è dietro l'angolo.
Poly U entrance in flames as riot police try to storm in #HK #HongKongProtests #StandwithHongKong pic.twitter.com/egcKyS4X5j
— James Pomfret (@jamespomfret) November 17, 2019
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