A Hong Kong è andata in scena l'ennesima giornata di scontri, in un clima ormai insostenibile e pericoloso.
La spirale di violenza che ha avvolto l'ex colonia britannica non conosce tregua. Ieri un agente ha sparato a bruciapelo a un manifestante, mentre un gruppo di attivisti pro democrazia ha dato fuoco a un presunto simpatizzante pro Pechino.
Oggi studenti e polizia si sono scontrati alla Chinese University. L'istituto è stato assediato dalle forze dell'ordine, che hanno affrontato i manifestanti utilizzando più volte i gas lacrimogeni. I dimostranti, tutti giovanissimi, hanno reagito lanciando bottiglie molotov e alimentando le fiamme già presenti in più parti del campus. Gli agenti hanno dovuto inoltre utilizzare gli idranti per disperdere la folla, che chiedeva a gran voce il rilascio di quei ragazzi arrestati nel corso di una giornata convulsa.
I vertici dell'università hanno cercato di mediare per far tornare la calma ma la gravità dello scontro, definito "fuori controllo", ha vanificato ogni intervento. La battaglia è andata avanti per ore, provocando un numero imprecisato di feriti tra i manifestanti. Dalle prime stime si parla di un numero compreso tra i 30 e i 50. La situazione è tornata lentamente alla calma solo in tarda serata, dopo l'intervento dell'ex rettore Joseph Sung Jao Yu, il quale ha chiesto agli studenti di non lanciare più molotov alla polizia. E così gli agenti hanno lasciato il campus. Alcuni studenti hanno comunque deciso di restare dentro l'università.
Il punto di rottura si avvicina
Il sovrintendente di polizia, Kong Wing Cheung, ha lanciato l'allarme durante il briefing odierno: “L'escalation delle violenze nelle recenti proteste ha spinto la nostra società sul punto di rottura”. Secondo i dati delle forze dell'ordine, gli atti vandalismo hanno colpito oltre 50 aree della città e provocato danni ad almeno 160 semafori, senza considerare la paralisi del traffico automobilistico e del trasporto ferroviario. Ieri sono state arrestate 287 persone, i due terzi dei quali studenti.
Quanto sta accadendo a Hong Kong non è passato inosservato in Europa. L'Ue ha invitato tutte le parti coinvolte negli scontri a dar "prova di moderazione", affermando inoltre che la violenza deve cessare al più presto. La portavoce della stessa Ue, Maja Kocijancic, è stata chiarissima: "L'impatto di vasta portata della situazione sulle vite e sui mezzi di sussistenza nel territorio rende una soluzione credibile e rapida all'imperativo dei disordini".
Anche la Cina ha condannato le violenze, ma dal canto suo Pechino ha puntato il dito contro Stati Uniti e Gran Bretagna.
Queste le parole di Geng Shuang, portavoce del ministero degli Esteri cinese: "Se gli Stati Uniti e la Gran Bretagna chiedono davvero moderazione e si oppongono alla violenza, perchè non condannano simili attacchi ai civili?".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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