I corridoi turistici ora sono realtà: verso gli accordi bilaterali tra Stati

Non c'è l'intesa tra i ministri europei sulle linee guida proposte dalla Commissione Ue sul turismo. Da Bruxelles arriva il via libera agli accordi bilaterali fra Stati che rischiano di penalizzare l'Italia

I corridoi turistici ora sono realtà: verso gli accordi bilaterali tra Stati

Si è conclusa con un nulla di fatto la riunione di ieri dei ministri del Turismo dell’Unione europea. Non c’è nessun accordo sulle linee guida proposte dalla Commissione per regolare i flussi di viaggiatori e ridurre al minimo il rischio di nuovi focolai. Su questo sono "necessarie ulteriori discussioni", ha fatto sapere ieri il ministro croato Gari Capelli al termine della riunione.

La Croazia, presidente di turno dell'Ue, è tra quelli che premono più di tutti per la soluzione degli accordi tra Stati. Ovvero la creazione di corridoi turistici per le mete "Covid-free" che rischiano di isolare l’Italia, considerata ancora terra di contagio. "Se c'è la possibilità di fare accordi bilaterali, in particolare tra Paesi in cui la situazione epidemiologica è simile o uguale, dobbiamo farli per accelerare la ripresa del settore", ha detto ieri il ministro del turismo di Zagabria.

Grazie alla scarsa diffusione dell’epidemia all’interno dei propri confini nazionali, l'obiettivo del governo croato è quello di aumentare le presenze di turisti stranieri per la stagione estiva ormai alle porte. "Tutto dipende dalla situazione epidemiologica nei singoli paesi – ha ribadito Capelli - se la situazione è identica o molto simile, le cose possono essere concordate a livello bilaterale sugli attraversamenti delle frontiere via auto, mare o aerea".

Un tipo di intese che Croazia e Austria stanno negoziando da settimane con altri Paesi dell’Europa centro-orientale. In particolare Zagabria e Vienna puntano ad accaparrarsi la quota italiana di turisti tedeschi: 12,2 milioni quelli che ogni anno scelgono il nostro Paese. Già a metà aprile il primo ministro croato Andrej Plenkovic ha intavolato trattative in questo senso con diversi Stati, inclusa la Germania, mentre il cancelliere austriaco Sebastian Kurz continua a ripetere che le frontiere con l’Italia resteranno chiuse fino a data da destinarsi.

Nel frattempo si preparano ad accogliere i turisti, in particolare i tedeschi. Vienna continua ad allentare le restrizioni, mentre sulle spiagge dell’altra sponda dell’Adriatico ristoranti e bar resteranno aperti fino a dopo le 23. Anche il ministro del turismo greco, Haris Theocharis, ha annunciato che dal 15 giugno partiranno i collegamenti dall’aeroporto di Atene con i Paesi a basso tasso di infezione da coronavirus, compresa la Germania.

"Sul fronte del turismo il governo deve impedire accordi bilaterali a svantaggio del nostro Paese", ha detto oggi la presidente dei senatori di Forza Italia, Anna Maria Bernini, intervenendo ad Agorà, su Rai3. "Finora il governo ha fatto qualcosa, ma non è ancora nemmeno lontanamente sufficiente, e di sicuro non possiamo accettare che l'Europa ci chiuda le porte o che vengano stabiliti degli accordi bilaterali a svantaggio del nostro Paese o che esistano bollini che indichino gli Stati buoni o cattivi rispetto alla diffusione del coronavirus", ha attaccato la senatrice.

"Il clima per l’Italia si fa molto preoccupante, non c’è alcuna volontà da parte di Germania, Austria e molti altri Stati membri di attuare un coordinamento sulla riapertura delle frontiere a scopo di vacanza", avverte il capodelegazione dei deputati di Fratelli d'Italia al Parlamento europeo, Carlo Fidanza. "Se la situazione rimane questa il governo italiano deve subito reagire con propri accordi bilaterali e con una massiccia campagna di promozione che spieghi all’Europa e al mondo che si può venire in vacanza in Italia in sicurezza grazie agli sforzi e agli investimenti che i nostri operatori si stanno sobbarcando", è la proposta dell'europarlamentare.

Protestano anche i governatori del Nord: "Invito e spero che il ministero degli Esteri faccia parte in maniera importante e pensante nei tavoli internazionali", ha tuonato il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, che propone l’istituzione di un'area Schengen sanitaria con l’eliminazione dei "limiti rispetto alle quarantene per chi viaggia da un Paese all'altro". "Pensare che Germana e Austria facciano un corridoio turistico sulla Croazia e non sulla loro destinazione tradizionale che è l'Italia, è incredibile", denuncia il governatore.

Sulla stessa linea anche il presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, che ha definito inaccettabili i "corridoi turistici". "Distorcono la libera concorrenza vanno a distruggere tutte le regole europee", ha commentato su Rete 4. Intanto il premier Giuseppe Conte, nel suo intervento di oggi alla Camera, chiede di "puntare, in misura ancora superiore rispetto al passato, sulla mobilità interna".

Ma il comparto, che vale il 13 per cento del Pil nazionale, è in ginocchio.

Secondo le stime di Coldiretti le perdite si aggirano attorno ai 20 miliardi di euro dall’inizio della pandemia. Dire addio a gran parte dei turisti stranieri per l’estate del 2020 significherebbe sacrificare aziende e posti di lavoro.

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