"Inaccettabile equidistanza". Ora Bergoglio finisce sotto accusa

Le Monde ha accusato papa Francesco per la linea tenuta sulla guerra in Ucraina. Ma la diplomazia del Vaticano è al lavoro per una mediazione

"Inaccettabile equidistanza". Ora Bergoglio finisce sotto accusa

C'è una fetta di commentatori, anche internazionali, che sta contestando la linea di Jorge Mario Bergoglio sulla guerra in Ucraina. Il punto sollevato è la mancata stigmatizzazione pubblica dell'operato di Vladimir Putin. Qualcuno, insomma, vorrebbe che il Papa usasse toni più forti e di condanna diretta nei confronti dello "Zar".

La riflessione detonata più delle altre è quella apparsa su Le Monde, che ha accusato il pontefice argentino di "inaccettabile equidistanza", così come ha riportato Italia Oggi. In realtà, papa Francesco ha condannato eccome il conflitto in Ucraina. Ma per alcuni non è sufficiente. Vale la pena sottolineare come la Santa Sede, in questa fase, cerchi in ogni modo di rappresentare un possibile "mediatore" rispetto alla guerra che ha riportato bombe e missili alle porte d'Europa. E questo è forse un elemento che andrebbe preso in maggiore considerazioni quando si presentano giudizi tagliati con l'accetta.

Fatto sta che Bergoglio è sotto "accusa", per così dire, soprattutto dalla parte "sinistra" degli analisti. Nell'ultimo Angelus tenuto a piazza San Pietro, il vescovo di Roma ha tuonato alla sua maniera: "Non ci sono ragioni strategiche che tengano c'è solo da cessare l'inaccettabile aggressione armata prima", ha fatto presente, prima di chiedere che questa tragedia venga fermata "in nome di Dio!". Ma, come premesso, non per tutti è sufficiente. E neppure le continue considerazioni emerse sui social sembrano soddisfare chi vorrebbe di più.

A dire il vero, Bergoglio ha anche paragonato quanto sta avvenendo in Ucraina con le guerre del secolo breve: "Diverse guerre regionali e specialmente la guerra in corso in Ucraina dimostrano che chi governa le sorti dei popoli non ha ancora recepito la lezione delle tragedie del XX secolo", ha scandito, durante l'udienza con gli industriali che operano nella Regione Lazio. Nella prima fase del conflitto, il Santo Padre ha scavalcato qualche logica procedurale, recandosi in fretta e furia presso l'ambasciatore russo che opera presso la Santa Sede: la volontà del Vaticano è chiara e verte tutta sulla pacificazione internazionale.

Mentre il

mondo iniziava a domandarsi cosa stesse succedendo, la diplomazia di Francesco era già operativa. Di recente, il successore di Pietro ha inviato ai confini con l'Ucraina due dei cardinali più rappresentativi della "Chiesa in uscita".

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