Quanto accaduto pochi giorni fa alla centrale nucleare di Chernobyl si è ripetuto nelle scorse ore con i russi che hanno messo nuovamente ko la linea elettrica che rifornisce la città di Slavutych e la centrale, "danneggiata dalle forze di occupazione" come ha fatto sapere Ukrenergo, la società che gestisce la rete di trasmissione nazionale ucraina dell'energia elettrica. In una nota, l'Agenzia internazionale per l'energia atomica ha fatto sapere che è stata poi ripristinata la corrente elettrica alla centrale nucleare ma questo continuo "tira e molla" preoccupa, e non poco, per l'intera sicurezza europea. "Si rischia una catastrofe di grandi proporzioni, la comunità internazionale deve intervenire con degli osservatori e garantire zone smilitarizzate attorno alle centrali nucleari", afferma Lala Tarapakina, consigliere del Ministero dell’Ambiente del governo ucraino.
"Distruggono di nuovo tutto"
Da quelle parti, i russi stanno giocando con il fuoco. Kiev è preoccupata dalle notizie contrastanti che riguardano le centrali del territorio ucraino ma è soprattutto a Chernobyl che si registrano le maggiori criticità. Il consigliere Tarapakina segue in prima persona quanto accade laggiù perché, ancor prima del conflitto, era la responsabile per lo sviluppo delle cosiddette "aree di esclusione". "I nostri ragazzi ogni volta intervengono e loro distruggono di nuovo tutto. Un circolo vizioso. Sono matti. Malati e matti", afferma scoraggiata. Ma non è tutto: sempre nelle scorse ore, nei pressi della centrale di Zaporizhzhya che è l'impianto più grande d'Europa, le forze armate russe hanno fatto saltare in aria un lotto di munizioni e intendono proseguire con la distruzione di munizioni vicino la struttura. La Tarapakina si dice allarmata. "Siamo molto preoccupati per le vite umane in pericolo. Quella di Zaporizhzhya è una brutta situazione. Si tratta di una provocazione dei russi".
La situazione dei prigionieri
Comunque sia, entrambe le centrali sono in mano ai russi. Basta una scintilla per provocare un disastro. Il problema dell'energia che serve per alimentare continuamente i sistemi di raffreddamento dell'impianto di stoccaggio del materiale radioattivo di Chernobyl non è l'unico: i russi non consentono che il personale ucraino lasci la struttura non consentendo loro di ruotare e riporarsi: da settimane lavorano in condizioni stressanti e sotto pressione "il che aumenta il rischio di errore umano", aggiunge il consigliere. La sitiuazione è pessima anche a Zaporizhzhya, con i dipendenti della centrale prigionieri dei russi. "Gli invasori dicono che non appartiene all’Ucraina, ma non è vero come non è vero che Kherson è russa - aggiunge al Messaggero - sia chiaro: siamo pronti a difendere la nostra terra da ogni invasione". Da qui, l'aiuto chiesto a gran voce alla comunità internazionale che "deve intervenire per mettere in sicurezza le centrali nucleari".
"Evitare la catastrofe"
Lala Tarapakina si rivolge all'Aiea (Agenzia internazionale per l’energia atomica) affinché garantisca il controllo sul funzionamento delle centrali e si possa consentire anche l’ammissione di osservatori internazionali.
"La Russia va esclusa da qualsiasi processo di gestione poiché è un aggressore. Attorno a ciascun impianto serve una zona smilitarizzata. Dobbiamo evitare il rischio di una catastrofe che sta diventando concreto", conclude.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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