Indagato per corruzione il membro della Commissione Ue designato dal Belgio

Il candidato del Belgio al ruolo di commissario europeo alla Giustizia ha reagito all’esplosione dello scandalo attaccando il suo accusatore

Indagato per corruzione il membro della Commissione Ue designato dal Belgio

Didier Reynders, attuale ministro degli Esteri e della Difesa del Belgio nonché candidato di questo Paese a membro della nuova Commissione Ue, è stato indagato in patria per corruzione e “riciclaggio di denaro”.

I quotidiani belgi L'Echo e De Tijd hanno infatti ultimamente rivelato che la procura di Bruxelles avrebbe avviato delle indagini preliminari a carico di Reynders, politico francofono liberale che riveste oggi anche l’incarico di vice primo ministro federale. Il fascicolo ai danni del rappresentante delle istituzioni sarebbe stato aperto sulla base delle testimonianze fornite ai magistrati lo scorso aprile da un "ex agente dei servizi segreti” nazionali, in servizio dal 2007 al 2018 nell’unità di intelligence anti-reati finanziari.

Il testimone-chiave, rimasto anonimo, avrebbe attestato il coinvolgimento di Reynders, designato da Ursula von der Leyen quel nuovo commissario europeo alla Giustizia, in un “giro di tangenti” instauratosi per influenzare l’assegnazione dei lavori di costruzione della nuova ambasciata del Belgio a Kinshasa, nella Repubblica democratica del Congo. Il ministro del Regno avrebbe anche, sempre ad avviso dell’ex agente segreto, percepito finora guadagni illeciti vendendo a peso d’oro opere d’arte di scarso valore, che sarebbero state acquistate da “trafficanti di armi” e da un“candidato alle elezioni presidenziali congolesi”. Oltre al politico francofono, nello scandalo sarebbe coinvolto anche un consigliere di questi, che, in cambio di favori a vantaggio dei corruttori, avrebbe ottenuto un grande numero di“appartamenti”.

Gli inquirenti di Bruxelles, per il momento, hanno comunicato alla stampa locale che le indagini sulla vicenda che vede Reynders come protagonista sarebbero“ancora in corso” e che, una volta raccolta una quantità sufficiente di riscontri alla testimonianza dell’ex membro dell’intelligence, il fascicolo penale verrà trasmesso alla procura generale della capitale del Regno.

Il candidato del Belgio all’incarico di commissario Ue ha reagito alla pubblicazione delle inchieste giornalistiche ribadendo, tramite il suo portavoce John Hendrickx, la propria onestà e accusando contestualmente il testimone-chiave di volere

“danneggiargli la reputazione”. L’avvocato dell’esponente liberale ha quindi espresso, ai microfoni dell’emittente nazionale Rtbf, l’auspicio che la verità possa “emergere il prima possibile”.

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