Lei cristiana, lui induista. Un matrimonio misto che proprio non è andato giù agli affiliati del gruppo radicale e nazionalista, Hindu Vahini, che hanno interrotto la cerimonia che si stava celebrando nel distretto indiano di Shivpuri, in Madhya Pradesh.
“La grave violazione della libertà religiosa, dei diritti umani e della dignità della persona. L’India è un Paese laico, con una Costituzione che garantisce la libertà di scelta. La coppia aveva l’età legale per unirsi liberamente in matrimonio”, dice ad AsiaNews Sajan K George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic). Il 28 febbraio scorso la cristiana Anukampa e l’indù Avnish, stavano per convolare a nozze quando la cerimonia è stata interrotta ma la polizia, giunta sul luogo, non ha impedito agli estremisti di compiere l’ennesimo episodio di sopruso contro la minoranza cattolica. Secondo il leader cristiano,“la polizia di Bhopal e il gruppo di estrema destra hanno compiuto un atto illegale e criminale, irrompendo nella chiesa e fermando il matrimonio. È una cosa vergognosa e il Gcic condanna questa violazione in ogni modo. I poliziotti coinvolti devono essere indagati. Le forze dell’ordine sono responsabili di aver rovinato l’armonia tra le comunità”.
I futuri sposi hanno posticipato il matrimonio e hanno deciso che verrà celebrato a Indore secondo il rituale Arya Samaj, di tradizione vedica. In Madhya Pradesh, la famosa legge anticonversione del 1968, emendata in senso ancora più restrittivo nel 2013, punisce chi tenta di convertire gli indù al cristianesimo. La norma dovrebbe vietare le conversioni ottenute con forza o con soldi ma, spesso, vengono prodotte false accuse di conversioni forzate per perseguire i cristiani.
Sajan K George conclude: “Con questa legge le forze fasciste opprimono e umiliano la minuscola popolazione cristiana, persino durante un evento speciale come il matrimonio. Ciò che è più grave è che la polizia è zafferanizzata e collabora con gli estremisti indù”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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