Indonesia, due cristiani accusati di violare la sharia: 40 frustate a testa

Le fustigazioni pubbliche ai danni di non-musulmani restano comunque un evento molto raro nella provincia indonesiana di Aceh

Indonesia, due cristiani accusati di violare la sharia: 40 frustate a testa

Dall’Indonesia arriva la storia di due individui di fede cristiana che hanno subito una fustigazione pubblica in applicazione dei precetti penali della sharia, la legge islamica. I malcapitati hanno subito una gragnuola di frustate ciascuno in quanto accusati di avere violato le regole coraniche che proibiscono il consumo di alcol e il gioco d’azzardo. Il supplizio in questione è andato in scena lunedì nella provincia di Aceh, che, all’interno della nazione musulmana, rappresenta l’unica entità federata in cui vige la rigida sharia. Solo in tale provincia, situata all’estremità settentrionale dell’isola di Sumatra, vengono appunto applicate le prescrizioni citate e vengono messe in atto fustigazioni pubbliche, mentre nel resto dello Stato-arcipelago non sussistono le usanze in questione. L’imposizione della legge coranica agli abitanti di Aceh deriva dal fatto che il governo di Giacarta, nel 2001, concesse, allo scopo di placare gli impulsi separatisti e integralisti che attraversavano allora la provincia citata, ampia autonomia a quest’ultima, compresa la facoltà di adottare la rigorosa legislazione religiosa. Generalmente, le punizioni pubbliche di non-maomettani sono comunque rare ad Aceh e vengono comminate essenzialmente per i reati di cui sono stati incolpati i due cristiani frustati lunedì.

Tra i sette condannati alle fustigazioni svoltesi ieri c’erano appunto anche due uomini di fede cristiana, accusati di avere infranto la sharia consumando alcol e giocando d’azzardo. Gli altri cinque condannati per violazione dei precetti coranici erano invece dei musulmani, incriminati sia per consumo di alcolici sia per adulterio. Nel dettaglio, i due cristiani indonesiani hanno subito 40 frustate a testa, con un funzionario incappucciato che provvedeva a colpire ripetutamente la schiena di ognuno mediante una verga. Tale punizione pubblica ha avuto luogo non davanti alla folla assembrata e intenta a riprende la scena con i cellulari, come capitava prima della pandemia, ma in un luogo chiuso, al cospetto di pochi astanti e di agenti di polizia.

Uno dei cristiani fustigati, identificato per il momento solo con le iniziali J.F., ha in seguito rivelato alle emittenti locali di avere volontariamente scelto le 40 frustate come punizione per le violazioni della sharia da lui commesse. Egli ha infatti ammesso che le autorità maomettane di Aceh avrebbero offerto a lui e all’altro cristiano condannato la possibilità di scegliere tra la punizione prevista dalla legge islamica, la fustigazione pubblica appunto, e quella contemplata invece dalla normativa penale ordinaria, che avrebbe al contrario comportato loro fino a sei mesi di carcere. Messi davanti a tale scelta, i due avrebbero così optato per la gogna pubblica, al fine di scampare alla prigione.

La notizia del trattamento subito dai due cristiani arriva a circa due settimane di distanza dal supplizio inflitto dalle stesse autorità della provincia indonesiana a due soggetti accusati di avere violato la legge religiosa consumando tra loro rapporti omosessuali: 80 frustate a testa.

Contro tale pratica sanzionatoria stanno da anni protestando le organizzazioni per i diritti umani e i loro appelli sono stati recentemente accolti da Joko Widodo, presidente del Paese asiatico, che ha infatti preso pubblicamente posizione a favore della cessazione delle fustigazioni pubbliche ad Aceh.

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