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Indonesia, islamici condannano la legge che punisce abusi sulle donne

La riforma dell’ordinamento penale è stata presentata dal capo dello Stato Widodo come fondata sul riconoscimento delle “libertà fondamentali” del “gentil sesso”

Indonesia, islamici condannano la legge che punisce abusi sulle donne

In Indonesia si stanno moltiplicando le manifestazioni di protesta organizzate dalle autorità musulmane contro il disegno di legge sul “contrasto alla violenza sulle donne”.

Il provvedimento in questione, promosso dall’esecutivo di Giacarta, mira a criminalizzare gli abusi ai danni del genere femminile, compresi quelli perpetrati dai mariti tra le “mura domestiche”. In base alla nuova legge, propugnata direttamente dal presidente indonesiano Widodo, chiunque oserà “molestare” una donna andrà incontro ad “almeno 10 anni di carcere”. Tale riforma dell’ordinamento penale è stata presentata dal capo dello Stato come fondata sul riconoscimento delle “libertà fondamentali” del “gentil sesso” e come intesa ad “armonizzare” la normativa del Paese asiatico con i principali trattati internazionali sulla parità di genere.

Secondo i media locali, il “via libera” parlamentare al disegno di legge sostenuto dal governo sarebbe “pressoché scontato”, in quanto i partiti di maggioranza hanno dichiarato che voteranno “compatti” a favore del provvedimento diretto a salvaguardare le donne dagli abusi. Al di fuori dell’assemblea legislativa, invece, si susseguono i cortei e i comizi contro la riforma in questione.

La recente mobilitazione popolare antigovernativa è stata orchestrata dai vertici islamici, i quali bollano la normativa propugnata dal presidente Widodo come “contraria ai principi coranici”. Ad esempio, Ahmad Shabri Lubis, leader dell’associazione conservatrice Islamic Defenders Front, ha affermato che criminalizzare le violenze ai danni del genere femminile sarebbe in “netto contrasto” con la potestà, assegnata ai mariti direttamente dalla sharia, di “correggere”, anche mediante “percosse”, le rispettive consorti.

Il rappresentante del movimento in questione ha quindi accusato il provvedimento attualmente all’esame del parlamento, basato sul riconoscimento dei “diritti inviolabili” delle Indonesiane, di “minacciare le tradizioni nazionali”.

Ad avviso di Ahmad Shabri Lubis, la normativa voluta dall’esecutivo metterebbe in discussione l’“importanza sociale della figura maschile”, da egli indicata come un “istituto imprescindibile” del “patrimonio culturale” del Paese asiatico.

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