Il problema non è il fatto che un'intesa ci sia, ma il fatto che la quadra trovata non è affatto positiva. Banjamin Netanyahu la pensa così da sempre sul nucleare iraniano. Lo ha detto al Congresso statunitense, invitato a parlare prima che l'intesa con Teheran fosse siglata, lo ha ribadito ieri.
Se molto hanno visto nell'accordo un passo avanti, Israele non ha fatto nulla per nascondere il suo timore per una stretta di mano che il suo premier definisce un "sogno" per Teheran, ma soprattutto "un incubo per il resto del mondo", convinto che consentirà a Teheran di sviluppare un ordigno nucleare, ma pure una corsa generalizzata agli armamenti negli Stati mediorientali.
Israele teme per la sua sicurezza e non fa nulla per nasconderlo, anche se da Washington continuano ad arrivare segnali opposti.
L'accordo con l'Iran - Obama lo ha detto in un'intervista concessa al New Yortk Times - non cambierà nulla per il potenziale difensivo degli israeliani, ma soprattutto "non esiste una formula più efficace dell'iniziativa diplomatica" per impedire a Teheran di ottenere un'arma nucleare.Nell'accordo Obama vede la chance migliore per il Paese e l'opportunità di assumersi "qualche rischio calcolato per cogliere importanti nuove opportunità", consapevole della "potenza schiacciante" del Paese che guida.
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