"Invadere l'Iraq non è un reato". Blair non può essere giudicato

L'Alta Corte di Londra ha sollevato l'ex Primo Ministro Tony Blair dalle accuse di crimini di guerra perpetrate a carico dell'Iraq dal 2003

"Invadere l'Iraq non è un reato". Blair non può essere giudicato

Finiscono i guai per l'ex Primo Ministro britannico Tony Blair, sollevato dalle accuse mossegli in seguito all'invasione dell'Iraq.

L'Alta Corte di Londra, nelle persone dei giudici Lord Thomas of Cwmgiedd e Justice Ouseley, hanno decretato nella mattinata di oggi che nella legislazione inglese non sussiste alcun capo accusatorio secondo cui l'ex inquilino di Downing Street possa essere sottoposto a giudizio.

La decisione di bloccare qualunque tentativo di procedimento giunge in seguito alla denuncia sottoposta dall'ex generale iracheno in pensione Abdulwaheed al-Rabbat, intenzionato a portare avanti un contenzioso privato contro i crimini di guerra perpetrati dall'ex leader dei laburisti inglesi dopo che, nel 2003, d'accordo con l'allora presidente statunitense George W. Bush, decise di muovere guerra a Saddam Hussein e all'Iraq, basando la propria accusa sulla presenza di presunte armi chimiche a disposizione del governo di Baghdad.

Insieme all'ex Primo Ministro, il generale al-Rabbat aveva esteso la sua accusa all'allora Ministro degli Esteri Jack Straw e al Procuratore Generale dello Stato, Lord Goldsmith.

Già nel novembre 2016 la Corte di Westminster aveva bloccato i procedimenti nei confronti di Tony Blair, nonostante fossero venute fuori le informazioni del rapporto Chilcot, che aveva esposto

l'inutlità e la pericolosità del conflitto scoppiato in Iraq nel 2003, che causò un totale di oltre un milione e mezzo di vittime tra bombardamenti ed effetto delle sanzioni imposte a Baghdad.

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