Iraq, Mosul ritorna a vivere il Ramadan dopo la cacciata dell'Isis

La città di Mosul è riuscita a rinascere dalle proprie ceneri come l’araba fenice, dopo la sua liberazione nel luglio 2017

Iraq, i soldati festeggiano la liberazione della città di Mosul
Iraq, i soldati festeggiano la liberazione della città di Mosul

Mosul è tornata a sorridere. Finalmente, dopo la sconfitta inflitta agli uomini del Califatto dell’Isis, che avevano conquistato la cittadina irachena con un assedio totalitario per ben tre anni, gli iracheni sono riusciti a riconquistare la propria vita, interrotta tragicamente nel fatidico mese di giugno 2014.

Ora sono i giorni di Ramadan, periodo islamico in cui si pratica il digiuno in commemorazione della prima rivelazione del Corano al profeta Maometto. Ma questo Ramadan non è come gli altri. Cori di batterie rompono il silenzio della notte stellata di Mosul, città per troppo tempo in letargo e privata anche di piccole gioie come la reviviscenza delle sue più antiche tradizioni. Perche è questo che il governo dello Stato Islamico jihadista (IS) ha imposto: tutte le usanze che hanno reso il Ramadan un mese festivo erano state bandite.

Gli abitanti di Mosul ricordano come il Ramadan fosse diventato il periodo della paura, intriso di leggi severe e sempre più invasive che via si moltiplicavano con il passare del tempo. Sigarette, narghilè e sesso erano diventati reati punibili con dolorose punizioni corporali. La maggior parte della vita sociale cittadina era stata divorata da un cancro ineluttabile che portò inevitabilmente alla chiusura definitiva di ristoranti e caffè all'aperto.

Il regime imposto dai combattenti della morte era spietato, con un accanimento brutale verso la figura e la dignità femminile. Alle donne non era permesso uscire, tranne in casi di estrema necessità, accompagnati da un uomo e completamente coperte da un velo nero. L'Isis ha voluto distruggere l’identità di questo popolo, abbattendendo moschee, minareti, musei e cancellando la memoria storica delle persone. Si è lasciato alle spalle solo morte e rovine.

Oggi il califfato è scomparso, ma i proiettili conficcati sulle pareti esterne delle abitazioni ricordano ancora alla popolazione i nove mesi di combattimenti violenti culminati lo scorso luglio 2017 nella liberazione della grande città dell'Iraq settentrionale.

Dopo essere caduta in un buco nero apparentemente ineluttabile, Mosul è

uscita a riveder le stelle, riempendo le vie della città con i colori della bandiera dello stato iracheno, con i suoni dei tamburi in festa per il Ramadam e con la voglia di un riscatto sociale e culturale senza precedenti.

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