Il figlio del jihadista che regge la testa mozzata

Agghiacciante immagine diffusa su Twitter da un sostenitore australiano di Isis. Nella foto si vede un bimbo di appena sette anni che solleva la testa decapitata di un siriano

Il figlio del jihadista che regge la testa mozzata

Sembra non esserci davvero fine all'orrore, quando si tratta di Isis. Poco meno di due settimane dopo che erano state diffuse le immagini dei miliziani del Califfato che esultavano brandendo le teste decapitate dei soldati siriani, ecco che su Twitter appare un'altra immagine macabra, resa ancora più agghiacciante da un incredibile particolare: questa volta a reggere la testa mozzata di una delle vittime dei jihadisti è un bambino di appena sette anni.

La fotografia è stata diffusa sul social network dal jihadista australiano Khaled Sharrouf con l'assurda didascalia, piena di orgoglio "Questo è mio figlio!", e quindi ripresa dal quotidiano dell'isola The Australian.

Sharrouf, residente a Sidney, è sospettato di aver lasciato l'Australia nel corso del 2013 alla volta della Siria, dove si sarebbe recato con l'intenzione di unirsi ai combattenti jihadisti dello Stato Islamico dell'Iraq e del Levante.

Una scena che ritrae una violenza inimmagibinabile, definita "orribile e barbarica" dal Primo ministro australiano Tony Abbott. Prlando alla radio ABC, il premier ha definito il Califfato "non solamente un'organizzazione terroristica, ma un vero e proprio esercito di terroristi, con l'obiettivo di costituire non una semplice enclave ma un reale stato, una nazione di terroristi."

"Questa situazione pone problemi eccezionali non solo per il Medio Oriente, ma per tutta la comunità internazionale - prosegue Abbott - Ogni giorno assistiamo a sempre maggiori dimostrazioni della barbarie di Isis."

La pubblicazione della foto - che pure sui media australiani è stata diffusa con gli occhi del bimbo e i tratti dell'uomo decapitati oscurati - ha suscitato aspre polemiche nell'opinione pubblica australiana, con lo stesso ministro della Difesa David Johnston che ha messo in guardia dal permettere che simili immagini vengano utilizzate per "colorire" l'immaginario collettivo sull'Islam.

"Una delle cose che mi sento di dover sottolineare è che qui in Australia e in tutto il mondo la grande maggioranza dei

musulmani sono persone amanti della pace e assolutamente tranquille - aggiunge Johnston - Una delle cose che più mi irrita è permettere a episodi come questo di condizionare completamente la nostra rappresentazione dell'Islam"

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