Isis a Mosul "impala" i civili iracheni accusati di tradimento

Nella roccaforte sotto assedio cresce la crudeltà dei jihadisti. E il Califfo fugge

Isis a Mosul "impala" i civili iracheni accusati di tradimento

Quella che l'Isis considera la sua capitale in territorio iracheno non è mai stata così a rischio. Ora che il gruppo jihadista lotta per mantenere le proprie posizioni a Mosul, con la coalizione che di giorno in giorno si avvicina allo scontro finale con le milizie del sedicente Califfo, la loro crudeltà sembra solo acuirsi.

Arriva dalle Nazioni Unite la conferma, alla Bbc, dell'uccisione per impalamento di quaranta civili che l'Isis considera "traditori e agenti delle forze di sicurezza" e che per questo sarebbero stati uccisi e appesi ai pali della luce nei distretti di Mosul che ancora rimangono nelle mani del sedicente Stato islamico.

Nella parte orientale della città, a circa cinque chilometri dal centro cittadino, continuano intanto gli scontri con le forze d'elite dell'esercito di Baghdad. 45mila persone sono sfollate da Mosul da che i combattimenti sono iniziati, il 17 ottobre scorso. Molti sono feriti e il primo ospedale utilizzabile si trova a un'ora di strada, a Erbil, capitale della regione autonoma curda.

L'Isis sta impiegando un ventaglio di tattiche per tenere lontani gli uomini della coalizione, dalle autobombe riempite d'esplosivo

ai pozzi di petrolio dati alle fiamme. Intanto le autorità locali paiono certe del fatto che Abu Bakr al-Baghdadi - che si riteneva fosse ancora in città - sia riuscito a sfuggire dal bastione assediato, probabilmente diretto in Siria.

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