La Chiesa cattolica in Terrasanta ha lanciato l’allarme circa la condizione dei cristiani d’Israele. Le autorità ecclesiastiche hanno manifestato la loro preoccupazione all’indomani dell’ultima provocazione anticristiana avvenuta nel territorio dello Stato ebraico. La sortita ha avuto luogo nella città di Beit Shemesh, a Ovest di Gerusalemme. In tale località, il cimitero annesso alla chiesa cattolica di Santo Stefano è stato oggetto di un raid vandalico. I responsabili di quest’ultimo hanno profanato circa 26 tombe, scoperchiandole e spezzando le croci poste in cima alle lapidi. Il cimitero era già finito nel mirino dei vandali nel 1981, nel 2016 e nel 2017.
Padre Antonio Scodo, custode del camposanto, ha affermato che la profanazione delle tombe non sarebbe affatto un gesto attribuibile a dei semplici teppisti, bensì un esplicito attacco alla millenaria presenza cristiana in Terrasanta. Egli ha quindi denunciato alla stampa il “crescente clima di odio” nei confronti dei seguaci di Gesù residenti in Israele: “Siamo oggetto di un odio che aumenta di giorno in giorno. Eppure, in questo territorio i rapporti tra cristiani ed Ebrei sono sempre stati sereni. Non abbiamo mai dato fastidio a nessuno". Pochi giorni prima, nella stessa località, nel mirino dei vandali era finito il monastero cattolico di Beit Jamal.
La polizia israeliana ha avviato delle indagini sui recenti raid anticristiani avvenuti a Ovest di Gerusalemme. Tuttavia, Mickey Rosenfeld, portavoce delle forze dell’ordine, ha precisato che, per il momento, non vi sarebbe alcun sospettato. Secondo i media, l’attenzione degli inquirenti si starebbe concentrando sulle comunità di ebrei ortodossi stanziate a Beit Shemesh, già in passato indiziate di violenze ai danni delle minoranze religiose.
Il governo Netanyahu ha condannato la crescente ondata di intolleranza che si sta abbattendo sulla popolazione cristiana. Il ministero degli Esteri di Gerusalemme, in una nota, ha definito “esecrabili” gli attacchi condotti contro tale minoranza e ha ribadito l’impegno dell’esecutivo a difesa della libertà di culto. Tuttavia, dubbi sull’effettiva volontà israeliana di individuare e punire i responsabili delle profanazioni sono stati manifestati da Wadie Abunassar, portavoce dell’Assemblea dei vescovi cattolici di Terrasanta: “Le autorità di Israele non sono mai riuscite a consegnare alla giustizia gli autori delle intimidazioni e delle violenze contro i cristiani. Di conseguenza, non resteremmo affatto meravigliati se anche questa volta i colpevoli dovessero restare impuniti.”
Negli ultimi anni, le sortite blasfeme non hanno risparmiato neanche i luoghi di culto cristiani ubicati a
Gerusalemme. Ad esempio, la basilica della Dormizione di Maria, situata sul monte Sion, è stata, a partire dal 2012, ripetutamente assaltata e deturpata dai militanti dell’organizzazione Hilltop Youth.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.