Israele e Ciad potrebbero presto ristabilire relazioni diplomatiche

A seguito di una visita a sorpresa del Presidente ciadiano a Gerusalemme avvenuta questo weekend, le autorità israeliane hanno ufficialmente annunciato una futura ripresa delle relazioni diplomatiche tra i due paesi, che si erano interrotte nel 1972

Israele e Ciad potrebbero presto ristabilire relazioni diplomatiche

Malgrado i numerosi attriti che affliggono il territorio, dal Medio Oriente stanno giungendo in questi giorni importanti segnali di distensione circa i rapporti tra Israele e il mondo musulmano. Nella giornata di oggi infatti, le autorità dello stato ebraico hanno ufficialmente annunciato che verranno presto ristabilite regolari relazioni diplomatiche con il Ciad, la repubblica a maggioranza islamica da sempre cerniera tra i paesi del nordafrica e quelli sub sahariani. Una svolta - definita storica dai leader di entrambi i paesi - avvenuta in seguito alla visita a sorpresa del Presidente ciadiano Idriss Deby, arrivato a Gerusalemme domenica scorsa per incontrare il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Lo stesso Netanyahu, parlando ai giornalisti dopo l'incontro, ha confermato come un informale riavvicinamento tra i due paesi fosse già in atto da diversi anni, augurandosi di svolgere presto una visita ufficiale nello stato africano: "Non abbiamo mai interrotto completamente i nostri rapporti. Ma ora li stiamo rinforzando ad un ritmo molto rapido e desideriamo farlo per ogni circostanza, prima di tutto nella lotta al terrorismo". Secondo alcune fonti infatti Israele avrebbe in passato venduto armi proprio al Presidente Deby durante la guerra civile in Ciad del 2005-2010.

Alcuni rapporti internazionali affermano inoltre come già negli anni '80 Israele fornisse armamenti all'allora Presidente ciadiano Hissène Habré, allo scopo di sostenere il paese all'epoca in guerra con la Libia. Nella cosiddetta guerra libico-ciadiana il governo di Tripoli - appoggiato dall'Unione Sovietica - puntava infatti all'ottenimento di una porzione di territorio ciadiano nota come "Striscia di Aouzou", una zona desertica ritenuta ricca di giacimenti di uranio, e ad assumere conseguentemente una maggiore influenza politica sul governo locale, tale da ridurre di fatto il Ciad ad una colonia libica. Una potenziale minaccia che il governo di Gerusalemme prese seriamente in considerazione, anche alla luce del fatto che la rottura dei rapporti diplomatici tra Israele e Ciad nel 1972 avvenne principalmente sotto pressioni del rais libico Muammar Gheddafi, oppositore di Israele e da sempre sostenitore della causa palestinese.

Netanyahu ha in seguito posto l'accento sugli sforzi compiuti dal suo governo per migliorare la reputazione di Israele agli occhi delle altre nazioni mediorientali: "Ogni settimana vediamo l'implementazione di questo concetto: offrire la nostra forza economico-tecnologica, assieme alla nostra esperienza in materia di sicurezza e servizi segreti, per poter ricevere in cambio forza politico-diplomatica. Questo cambiamento sta accadendo proprio sotto i nostri occhi, si potrebbe dire di giorno in giorno". Affermazioni condivise anche dal diplomatico israeliano Dore Gold, presidente del Jerusalem Center for Public Affairs ed ex direttore generale del Ministero degli esteri, che aveva già incontrato Deby nel 2016 e che ha dichiarato: "Guardando le mappe ci siamo concentrati sulla striscia di paesi che vanno dal Ghana al Sudan. Abbiamo quindi deciso di lavorare in quest'area, nell'area dei paesi del Sahara e del Maghreb. Dopo aver finito gli incontri con il Primo Ministro del Ciad, abbiamo visitato la capitale N'Djamena. Da qui siamo poi andati in un'oasi a circa 40 chilometri dal confine e abbiamo parlato lì con il Presidente Deby e con i suoi funzionari per un'intera giornata".

Durante l'incontro tenutosi a Gerusalemme, Netanyahu e Deby hanno inoltre, tra le altre cose, discusso in merito alle problematiche geopolitiche che interessano la regione, principalmente derivanti dalle organizzazioni terroristiche presenti nella zona e dal peggioramento dei rapporti con la Repubblica Islamica dell'Iran. Al di la della sostanziale comunanza di visione su questi argomenti - il Ciad è infatti uno dei paesi africani maggiormente impegnati nella lotta contro i combattenti dell'Isis e di Boko Haram - il presidente Deby ha tuttavia voluto ricordare le sue preoccupazioni per quanto riguarda la questione palestinese, affermando che nonostante la ripresa delle relazioni diplomatiche con Gerusalemme il suo paese rimane profondamente interessato al proseguimento del processo di pace tra Israele e Palestina.

Critiche all'incontro tra i due leader arrivano però dai partiti ciadiani oppositori del Presidente Deby, al potere ininterrottamente dal 1990 ed eletto per il suo quinto mandato nell'aprile 2016.

Come riportato dal corrispondente di Al Jazeera in Ciad Fadoul Abderazak, essi accusano Israele di aver fornito alle agenzie di sicurezza ciadiane apparecchiature di intercettazione elettronica allo scopo di spiare le loro attività, asserendo inoltre che la strategia israeliana di ristabilire relazioni diplomatiche con l'Africa sarebbe volta ad esercitare pressione politica sui singoli paesi, allo scopo di ottenere un seggio da membro osservatore presso l'Unione Africana.

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