Parte per strappare il figlio al Califfato, muore nell'attentato di Istanbul

La storia del medico tunisino, che all'aeroporto di Istanbul aspettava sua moglie: insieme dovevano riportare a casa il figlio, foreign fighter dell'Isis

Parte per strappare il figlio al Califfato, muore nell'attentato di Istanbul

La sera di martedì, Fathi Bayoudh, un medico tunisino di 58 anni, era arrivato all’aeroporto di Istanbul per un motivo molto particolare. Mentre i tre attentatori suicidi aprivano il fuoco contro i passeggeri che transitavano nel terminal degli arrivi internazionali dello scalo Ataturk, per poi farsi saltare in aria, infatti, il dottor Bayoudh era lì ad attendere sua moglie, con la quale avrebbe dovuto raggiungere una città turca al confine con la Siria, per riportare a casa il proprio figlio, Anuar, partito alcuni mesi prima per arruolarsi nelle file del Califfato in Siria.

Il ventiseienne tunisino, studente di economia, racconta infatti il New York Times, all’inizio dell’anno aveva detto ai genitori che sarebbe partito per seguire uno stage in Svizzera. Poco tempo dopo i familiari avevano scoperto, però, che Anuar in Svizzera non ci aveva mai messo piede. E che invece era arrivato in Francia. Da qui aveva preso un volo per la Turchia, dove era atterrato, forse proprio nello stesso aeroporto Ataturk, per raggiungere l'Iraq, e poi la Siria. La sua destinazione finale, per diventare un soldato del Califfato.

Ma presto Anuar si accorge che le cose in Siria non erano esattamente come le descrivevano i predicatori del Califfato all’università di Tunisi. Così il ragazzo, pentito della decisione presa, era riuscito a mettersi in contatto con i genitori, chiedendo loro aiuto per tornare a casa, e dopo essere riuscito a fuggire dai territori controllati dall’Isis, si era quindi consegnato alle autorità turche. Proprio le autorità turche avevano comunicato l’arresto di Anuar all’ambasciata tunisina in Turchia, che aveva a sua volta informato il padre del ragazzo che da settimane si trovava ad Istanbul, proprio per cercare il figlio. Il dottor Bayoudh, primario all’ospedale militare di Tunisi, aveva quindi avvertito la moglie che lo stava raggiungendo con un volo diretto all’aeroporto di Istanbul per recarsi insieme nel sud del Paese per riabbracciare finalmente il proprio figlio, e riportalo a casa. Gli amici di famiglia del medico raccontano al quotidiano statunitense quanto Bayoudh fosse “scioccato della decisione presa dal figlio”, ma, allo stesso tempo, “fiducioso di poter riportare il ragazzo a casa”.

Ma il sogno del dottor Bayoudh, di riabbracciare Anuar, si è spezzato al terminal degli arrivi internazionali dell’aeroporto di Istanbul. Si è infranto sotto i colpi dei kalashnikov, sommerso dal boato delle esplosioni. È stato sopraffatto dalla stessa follia omicida contro la quale Bayoudh stava lottando e dalla quale voleva strappare il suo unico figlio. Uno dei tremila giovani tunisini sedotti dai reclutatori del Califfato, che negli ultimi anni hanno deciso di unirsi allo Stato Islamico in Siria e in Iraq.



La morte del medico tunisino è stata confermata nella giornata di mercoledì dal ministero degli Esteri di Tunisi. E si aggiunge alla lista delle 42 vittime dell'attacco allo scalo turco. La moglie del medico, invece è rimasta illesa.

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