Gli attentatori di Istanbul hanno agito con una tecnica che sta a metà fra la strategia militare e le abitudini di caccia degli animali selvatici. Una tecnica rinominata del "branco di lupi".
A guardare le immagini delle numerose telecamere a circuito chiuso dell'aeroporto internazionale Ataturk, colpito martedì sera in un attentato che ha provocato sino ad ora 43 morti, sembrerebbe che i tre kamikaze abbiano agito secondo un piano studiato a tavolino con lo scopo preciso di mietere il maggior numero possibile di vittime.
Il primo ministro turco Binali Yildrim ha dichiarato in conferenza stampa che secondo gli investigatori il primo attentatore avrebbe innescato la propria bomba appena all'esterno del terminale proprio per scatenare il panico all'interno e permettere ai propri compagni di approfittare della confusione.
Appena esploso il primo ordigno collocato su uno dei kamikaze, gli altri due avrebbero aperto il fuoco sulla folla impazzita per poi farsi saltare a loro volta in aria.
Per giunta le ultime esplosioni avrebbero provocato il crollo del soffitto proprio sulla testa dei passeggeri che, terrorizzati, scappavano in ogni direzione.
Secondo la strategia dei terroristi, ogni attentatore avrebbe dovuto tagliare la strada ai civili in fuga, aprendo il fuoco su chi cercava riparto dai colpi.
Secondo l'agenzia di stampa statale Anadolu, gli inquirenti hanno trovato sui cadaveri dei terroristi un kalashnikov, una bomba a mano e due granate.Nel frattempo proseguono le indagini per individuare con certezza gli autori materiali della strage all'aeroporto di Istanbul.
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