Imran Khawaja, 27enne londinese (di Southall) è partito un anno fa destinazione Siria per combattere insieme all’Isis, ingrossando le fila della falange britannica Rayat al-Tawhid, che spalleggia l’esercito del Califfato. E qui ha assunto un ruolo di prestigio, comparendo in diversi filmati di propaganda dei fanatici, oltre che in una foto dove regge la testa mozzata di un uomo.
Il terrorista, dopo aver combattuto per oltre sei mesi al fronte siriano, progettava di tornare a casa: per riuscirci indisturbato ha pensato di inscenare la propria morte. Ma l’espediente, fortunatamente, non ha funzionato. Il suo gruppo ha cercato di aiutarlo, diffondendo (anche sui social) la notizia della sua uccisione. I servizi di sicurezza del Regno Unito non ci sono cascati e, pochi giorni dopo, lo hanno arrestato a Dover (punta sud-orientale della Gran Bretagna) in compagnia di un complice, suo cugino. Era il 3 giugno 2014.
L’attività di intelligence ha funzionato al meglio, evitando che Abu Daigham al Baritani – questo il nome fasullo adottato per cercare di tornare a casa – avesse il tempo per mettere in pratica gli insegnamenti e le direttive ricevuti in Siria dai seguaci di Abu Bakr al-Baghdadi. L’uomo ha infatti ammesso di aver seguito un corso di addestramento volto alla preparazione di attentati. Ora a processo con l’accusa di reati di terrorismo: la condanna arriverà il 5 febbraio e rischia il carcere a vita.
Il Telegraph riporta il commento di Richard Walton, numero uno del Met's Counter Terrorism Command: “Imran Khawaja non era un semplice
adolescente che ha raggiunto la Siria o è stato costretto a farlo. È, altresì, un uomo che ha scelto la strada del terrorismo. Non sappiamo quello che stava progettando. Ma questo è un uomo pericoloso, un terrorista addestrato”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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