Kerry: "Isis colpevole di genocidio in Iraq e Siria"

Il segretario di Stato americano, John Kerry, ha annunciato che i massacri commessi dallo Stato islamico contro le minoranze religiose in Iraq e Siria costituiscono "genocidio"

Kerry: "Isis colpevole di genocidio in Iraq e Siria"

Gli Stati Uniti puntano il dito contro l’Isis, per il genocidio perpetuato contro i cristiani, gli yazidi e gli sciiti. Lo riferiscono alcune fonti all’Ap, citando una dichiarazione in tal senso che il segretario di Stato John Kerry sta per fare. Proprio oggi scadeva la data utile per l’amministrazione Obama per definire "genocidio" i crimini commessi dai jihadisti dello Stato islamico. Tale definizione non è secondaria, potrebbe implicare, infatti, un maggiore coinvolgimento degli Stati Uniti nella lotta all’Isis.

I deputati americani già lo scorso anno avevano chiesto a Kerry di pronunciarsi sull'eventualità che i crimini commessi dal gruppo estremista fossero classificati come genocidio. Inizialmente si era ipotizzato che gli Stati Uniti non volessero farlo. Improvvisamente, però, è uscita la notizia: anche per l'America i miliziani dell'Isis hanno ideato e messo in atto un vero e proprio genocidio. Vedremo se e in che modo Washington deciderà di impegnarsi ancora di più, sul campo, per contrastare i tagliagole con la bandiera nera.

Ma i terroristi dell'Isis non sono affatto invincibili. Come sottolinea Kerry, sono stati cacciati via dal 40% del territorio che controllava in Iraq e dal 20% di quello che controllava in Siria. Secondo il segretario di Stato "Daesh (acronimo arabo per il gruppo terrorista, ndr) è genocida per sua stessa ammissione, ideologia e azioni, in quello che dice, crede e fa". Il Califfato "è anche responsabile di crimini contro l’umanità". Le parole di Kerry arrivano dopo che il Congresso Usa ha votato una risoluzione nella quale le atrocità dell’Isis contro gruppi cristiani in Siria e Iraq vengono considerati genocidio. È la prima volta, dalle atrocità in Darfur nel 2004, che gli Usa parlano di genocidio. Washington è impegnata alla guida della coalizione internazionale che da tempo conduce raid aerei contro le postazioni jihadiste.

Si apprende,

inoltre, che gli Stati Uniti si preparano a liberare alcune zone in mano all’Isis con l’obiettivo di proteggere alcune minoranze che stanno subendo o rischiano di subire le violenze dello Stato islamico.

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