Quella di Parigi è l'ennesima conferma che spesso tenere sotto controllo i sospetti terroristi non basta. Larossi Abballa, l'uomo che nella scorsa notte ha ucciso una coppia di poliziotti, infatti, era una vecchia conoscenza dei servizi segreti, al punto che il suo telefono era intercettato proprio per collegamento con una rete di jihadisti con legami in Siria. Era schedato "S", il livello che indica gli individui radicalizzati a rischio terrorismo.
Il 25enne di origini arabe, nato nella banlieu parigina di Mantes-la-Jolie, nel 2013 Larossi Abballa era stato condannato a tre anni di carcere dal tribunale correzionale di Parigi per partecipazione ad una rete jihadista fra la Francia e il Pakistan. Intervistato su Le Figaro, il giudice Marc Trevidic che lo interrogò nel 2013 racconta che il caso coinvolgeva sei uomini, due dei quali si erano recati a Lahore, in Pakistan, per incontrare un emissario di al Qaeda. Abballa era però rimasto in Francia ed era considerato una figura minore. "Era un tizio come se ne vedono tanti nei dossier sugli islamisti", sostiene, "Era imprevedibile, dissimulatore... voleva fare la jihad, questo è certo. Si era allenato in Francia, non militarmente, ma fisicamente. Tuttavia all'epoca, a parte le cattive frequentazioni e lo jogging per tenersi in forma, non vi era molto contro di lui sul piano penale".
"Avevo bisogno di riconoscimento", aveva raccontato lo stesso Abballa allora, "Non lavoravo e mi avevano appena bocciato al Cap (diploma professionale, ndr). Mi hanno cominciato a parlare di religione e mi ha confortato.
Nel gennaio 2015 sembrava che avesse provato a riscattarsi aprendoil fast food "Dr. Food 78". Poi però qualcosa deve essere scattato e sul suo profilo Facebook sono tornati i post complottisti e antisemiti. Fino, nella notte scorsa, i post e il video in cui rivendicava l'attentato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.