La profezia di Kissinger: "Cosa dovrebbero fare alla Russia..."

Henry Kissinger, ex segretario di Stato di Richard Nixon, ha analizzato gli sviluppi della guerra in Ucraina nel corso di un evento organizzato dal Financial Times

La profezia di Kissinger: "Cosa dovrebbero fare alla Russia..."

La Russia combatterà in Ucraina finché la guerra eroderà buona parte delle sue risorse al punto che Mosca rischierà di perdere lo status di super-potenza. A sostenerlo è Henry Kissinger, ex consigliere per la sicurezza nazionale e segretario di Stato americano durante le presidenze di Richard Nixon.

Il diplomatico, intervenendo un evento organizzato dal Financial Times a Washington, sottolinea quanto sia rischioso lasciare che Russia e Cina rafforzino la loro alleanza. Kissinger ricorda che nel 1972 organizzò un viaggio di Nixon a Pechino proprio per normalizzare le relazioni tra due Stati che fino a quel momento neppure si parlavano. L’apertura alla Repubblica popolare cinese avvenne perché all'epoca il nemico degli Usa si chiama Unione Sovietica e considerare sia Mosca sia Pechino nemici alla stessa stregua sarebbe stato sbagliato e pericoloso. E, soprattutto, avrebbe favorito la nascita di un'alleanza pericolosa. Kissinger avverte il presidente Biden che sarebbe errato, a guerra finita, considerare la Russia e la Cina"come un elemento integrale”, ma anzi sarebbe auspicabile mantenere aperto il dialogo su alcuni temi. Ma questo vale anche per Mosca. "Dopo la guerra in Ucraina, la Russia dovrà riesaminare la sua relazione verso l'Europa come minimo e la sua generale attitudine verso la Nato", chiarisce Kissinger, preoccupato di una potenziale guerra nucleare perché "ora viviamo in un'era totalmente diversa" rispetto a quella della Guerra Fredda. “Siamo di fronte a tecnologie talmente sofisticate che il livello di catastrofe che possono produrre è inimmaginabile”, ha detto l'ex segretario di stato americano. Kissinger, infine, ha parlato di Vladimir Putin e ha detto di essere rimasto colpito dalla sua fede mistica nella storia russa e dal rancore che nutriva verso l'Occidente.

Riguardo all'andamento della guerra, il diplomatico tedesco, naturalizzato statunitense, crede che Putin "abbia sbagliato i calcoli sulla situazione che avrebbe dovuto affrontare a livello internazionale e ovviamente abbia calcolato male le capacità della Russia di sostenere un'impresa così importante”.

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